giovedì 5 dicembre 2013

Il Vangelo della salute del 08/12/2013

G. B. Tiepolo Immacolata Concezione, 1767-69, museo del Prado - Madrid
Solennità dell’Immacolata Concezione
della B. V. Maria
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce
Dal Vangelo secondo Luca  (1,26-38).
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Parola del Signore.

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“… concedi anche a noi, per sua (di Maria) intercessione, di venire incontro a te in santità e purezza di spirito”. Da come prega oggi la Chiesa si comprende che la solennità dell’Immacolata Concezione non è una divagazione dal nostro cammino di Avvento, ma un’opportunità per meglio orientarlo all’incontro con il Signore che viene e renderlo più gioioso. Nel celebrare la purezza di cuore di Maria e la sua libertà dal peccato, oltre che un esempio, troviamo un grande aiuto di grazia per la sua connaturale solidarietà con ogni uomo che si risolve nella sua del tutto unica sollecitudine per ciascuno di noi, perché nessuno vada perduto (cfr Gv 6,12; 18,9).
Nella festa dell’Immacolata Concezione celebriamo la definitiva sconfitta del male e di tutte le sue negative conseguenze per la vita di ogni uomo. Nella 1° lettura il racconto del peccato originale (cfr. Gen 3,1ss) ci porta lontano nel tempo, ma le sue immagini ci rappresentano una realtà quanto mai vicina e ben nota a tutti noi: la nostra condizione di peccatori. La disobbedienza di Adamo ha avuto effetti drammatici: l’uomo ha paura di Dio, si nasconde a Lui e rifiuta il suo amore, come se fosse un nemico. D’ora in poi tutta la sua vita sarà condizionata dall’inganno della menzogna, incapace di distinguere il bene dal male.
Benedetto XVI ha definito il peccato originale “una goccia di veleno” che ammorba tutta l’esistenza. Ha poi sintetizzato il suo effetto su di noi: “Con una parola, noi pensiamo che il male in fondo sia buono, che di esso, almeno un po', noi abbiamo bisogno per sperimentare la pienezza dell'essere”.
Dopo il peccato originale, oltre la condanna troviamo la promessa della salvezza: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gen 3,15). Questo versetto, detto comunemente protoevangelo, annuncia la venuta di  Gesù Cristo e la sua vittoria contro satana, il nostro vero avversario. In esso si fa esplicito riferimento alla “donna”, la madre di tutti i viventi, e del suo totale coinvolgimento in questo scontro, fino al gesto di schiacciare la testa al serpente. L’essere stata preservata dal peccato originale non è un privilegio, ma come ancora dice la colletta una conseguenza dei meriti di Gesù, perché egli trovasse in lei chi lo accogliesse degnamente: “nell'Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio, e in previsione della morte di lui l'hai preservata da ogni macchia di peccato”.
Maria è la nuova  EVA, che dice “” a Dio nel momento del concepimento verginale di Gesù, rendendo così possibile, sempre e soltanto per grazia di Dio, l’opera della redenzione, cioè la piena comunione dell’uomo con Dio e il definitivo superamento della presenza del male nel mondo e di tutte le sue conseguenze.
Di fronte a questo mistero di grazia che oggi contempliamo in Maria, credo valga la pena soffermarsi a considerare la realtà della presenza del male nel mondo in tutte le sue dimensione e proporzioni. Tutti siamo quotidianamente testimoni di questa presenza e della sofferenza che esso provoca. L’uomo, nella sua nudità, non vive più in armonia con il creato, lo inquina e ne diventa vittima. La natura improvvisamente si trasforma da madre in matrigna. La storia umana è piena di guerre, violenze, prepotenze, conflitti ed ingiustizie senza soluzione di continuità. Per non parlare poi degli egoismi, delle menzogne e dei conflitti che lacerano le relazioni interpersonali. A questo triste quadro aggiungiamo tutto quello che ci fa paura, così come Dio faceva paura ad Adamo, tanto da nascondersi dalla sua vista: le malattie, la morte e tutte le esperienze di perdita, materiali o morali, a cui andiamo incontro nel corso della nostra esistenza terrena. Viene spontaneo gridare con S. Paolo : “Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?” (Rom 7,24). E’ una battaglia persa! Lo scontro con il male è impari e se oggi, per tutta una serie di fortunate circostanze, ne esci indenne, domani pagherai anche quello che oggi ti è stato risparmiato. Sembra impossibile pensare che tutto abbia avuto inizio dalla complicità umana con il male, assolutamente necessaria per innescare il suo processo disgregativo. Una volta attivato, ci scopriamo del tutto incapaci di interrompere. Egli procede autonomamente, fino a produrre tutti gli effetti di corruzione, di disgregazione, di perdizione e di morte di cui è capace.
Ci soccorre ancora una volta San Paolo: “Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!” (Rom 7,25). Soltanto per mezzo di Gesù Cristo, e cioè soltanto per grazia di Dio, possiamo disinnescare questo processo diabolico di annientamento maligno. Maria, Immacolata Concezione, è la primizia e la certezza che usciremo vincitori da questa lotta. Per questo guardiamo a Lei come segno di Speranza, modello ed esempio di vita e come potente soccorritrice in tutte le nostre difficoltà. Facciamo nostra l’umile e fiduciosa preghiera impressa per volontà di Maria stessa sulla medaglia miracolosa, per invocare il suo aiuto nella fedeltà a Dio e la sua intercessione di fronte al pericolo di farci, di nuovo, più o meno volontariamente, complici del male:
O Maria, concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a te!
Buona Immacolata a tutti!
don Marco Belladelli.

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