venerdì 8 aprile 2022

Il Vangelo della salute del 10/04/2022

Il Mallatrone (il cattivo ladrone) - Chiesa di S. Francesco - Gallipoli (LE)

Domenica delle Palme e 

della Passione del Signore “C”.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Dal vangelo secondo Luca  (19,28-40) - Per la processione iniziale

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».

Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Parola del Signore.

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Dal diario di viaggio di Egeria, una pellegrina spagnola in terra santa tra il 381 e il 384, sappiamo che fin dai primi tempi a Gerusalemme la prima Comunità cristiana nei giorni della Pasqua riviveva gli eventi dell’ultima settimana di vita di Gesù, a cominciare dal suo ingresso trionfale a Gerusalemme, fino alla morte in croce sul Calvario e alla Domenica di risurrezione.

Per Luca la Città Santa è il luogo scelto da Dio per la realizzazione della salvezza. Qui Gesù ha incontrato per la prima volta il popolo di Dio nel tempio, qui ha avuto il primo sentore della sua missione (cfr. i capp. 1 e 2: la presentazione al tempio e lo smarrimento di Gesù dodicenne) e qui si conclude il suo lungo viaggio, iniziato dopo la professione di fede di Pietro a Cesarea di Filippo e scandito dagli annunci della passione. Una sezione letteraria che comprende quasi la metà della sua narrazione evangelica.

Gesù entra a Gerusalemme come il Re-Messia di cui aveva parlato il profeta Zaccaria (9,9-10), acclamato dai suoi discepoli e osteggiato invece dagli avversari. Siamo all’apice del conflitto che si concluderà con la sua crocifissione. Il suo procedere avanti fermo e deciso nonostante tutto e tutti, è di esempio per tutti noi. Anche noi oggi, con i rami di ulivo in mano ci metteremo al suo seguito fino al Calvario. Gesù Cristo è il capo del corpo (Col 1,18), cioè della Chiesa, per condurla nel suo cammino storico, oggi come ieri, con la stessa autorità (Ap 3,1). Come può la Chiesa pensare di fare senza di lui? 

A Roma, invece, fin dal VI secolo nella Domenica precedente la Pasqua si leggeva il racconto della Passione del Signore, per prepararsi ad affrontare l’evento più terribile e duro della vita del Cristo, la sua sofferenza e la sua morte. E’ il mistero nel quale si manifesta l’amore infinito di Dio per l’umanità e la definitiva sconfitta del principe delle tenebre e del suo regno di peccato e di male.

Il racconto della Passione di Luca, proposto quest’anno dalla liturgia, mette in evidenza la potenza della Croce di Cristo, come strumento di conversione. Questa straordinaria manifestazione della divina misericordia comincia con il pentimento di Pietro dopo il triplice rinnegamento: “E, uscito, pianse amaramente.”, continua con l’implorazione del perdono del Padre per tutti coloro che sono colpevoli della sua morte: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” e si conclude con il famoso episodio del buon ladrone. Mentre Gesù viene deriso, perché ha salvato altri e non ha salvato se stesso, uno dei crocifissi con lui invoca da Gesù la misericordia divina per sé e per tutta l’umanità, anche per quella parte rabbiosa e incredula come il suo compagno di sventura, e l’ottiene: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Anche secondo Luca, a portare la croce dietro a Gesù c’è sempre il Cireneo: “Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù”, con un seguito di donne e di popolo che fanno lamento su di lui. Gesù stesso orienta questa compassione verso loro stesse e i loro figli: “piangete su voi stesse e sui vostri figli”. Questa immagine prefigura la Passione della Chiesa, che come il suo Signore è destinata a seguirlo sulla stessa via. Per il cristiano c’è la certezza di dover portare la croce come il Signore Gesù e di vivere fino in fondo la sua stessa Passione, ma anche di poter sempre contare sul Signore e sulla sua divina misericordia che, come “autore della vita” (At 3,15),  guida la Chiesa alla risurrezione. Buona Settimana Santa!

 don Marco Belladelli.

 

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