Jean Francois Millet, Angelus, 1858-59, museo d'Orsay, Parigi. |
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un
uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi
servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Parola del Signore.
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Inizia un nuovo anno liturgico. Nel
rinnovarsi ciclico delle celebrazioni, i misteri della vita di Gesù
s’incontrano con il mutare della nostra esistenza personale e con quello della
storia umana (basta pensare che cosa hanno significato per ciascuno e per la
nostra socialità questi mesi di pandemia). L’atto liturgico non è mai qualcosa
di casuale o di estemporaneo, esso è contemporaneamente azione di Dio e della
Chiesa. E’ grazia di Dio, cioè segno efficace della sua continua opera di
salvezza, che viene ad incidere profondamente nella nostra vita, innestandosi
in essa come energia positiva e significati di vita, come luce che dirada le
tenebre, come forza nella debolezza, come sollievo nella sofferenza, come
speranza e caparra della liberazione da ogni
male. Un insieme di buone ragioni, se mai ce ne fosse bisogno, per
indurci a partecipare in modo vivo e assiduo alla S. Messa festiva.
Il nostro cammino
ricomincia sempre dall’Avvento, che comprende le quattro domeniche che precedono il 25
Dicembre. I due segni caratteristici di questo particolare periodo liturgico
sono il colore violaceo dei paramenti
e la corona dell’avvento, che
troviamo ormai anche in luoghi che non hanno niente a che vedere con il culto. Formata
da rami di sempreverde intrecciati, su cui sono fissate quattro candele, in
genere di colore rosso, che verranno progressivamente accese di domenica, in
domenica, la corona scandisce le tappe di avvicinamento al Natale.
Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica, la
Chiesa prega:
“A te,
Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso”.
Un invito ad elevarsi interiormente,
per non rimanere schiavi di noi stessi e della terra. La Chiesa dipende da Dio,
essa vive unicamente e totalmente per Lui. L’avvento è per eccellenza il tempo
nel quale evidenziare sopra ogni altra cosa l’importanza radicale di questo
particolare rapporto dell’uomo con Dio. E’ il tempo per fissare lo sguardo, e
tutto il proprio essere, unicamente su di lui. Nella contemplazione del mistero
della venuta di Gesù nell’umiltà della carne e dell’attesa del suo ritorno
glorioso alla fine dei tempi, la Chiesa riscopre la propria origine, la propria
natura umano/divina. In una attenta vigilanza, vissuta nella preghiera e
nell’ascolto della Parola di Dio, essa si prepara all’incontro con il suo
Signore, coniugando elevazione e
glorificazione, così come Gesù ha invece coniugato umiliazione e gloria. Tutti attendiamo lo/la “Sposo/a”,
colui cioè che sappia soddisfare il nostro profondo desiderio di comunione di
vita, a cui tutti tanto aneliamo, ma che il più delle volte nelle relazioni
umane si risolve in delusioni e frustrazioni.
Lasciamo Matteo per
prendere in mano il vangelo di Marco. Non cominciamo dall’inizio, ma
dall’ultima parola pronunciata da Gesù prima della passione: “Vegliate!”. Un imperativo ripetuto tre
volte. Perché tanta insistenza? Perché il ritorno del Signore è una certezza!
Gesù non è l’ennesima eterna umana illusione. Non sappiamo quando, ma è sicuro che
egli tornerà, come un padrone di casa che ha lasciato la propria abitazione in
“potere ai servi”.
Nel tempo d’Avvento
la Chiesa si prepara a rivivere il mistero dell’incarnazione, per riconoscere i
segni della presenza e del ritorno del Signore. In attesa del Signore,
sostenuti dalla sua presenza sacramentale, viviamo di fede affettuosa, di
sequela consapevole, nella contemplazione della persona di Gesù.
Se non siamo certi
che egli sia già venuto, se non abbiamo ancora fatto l’esperienza della sua
viva presenza tra noi, se abbiamo il cuore pieno di delusioni, se ci siamo complicati la vita in storie
intricate, tanto da non distinguere più il bene da male, allora è venuto il
tempo di vegliare!
Vegliamo nella preghiera e nella lettura della
Parola di Dio, così il Signore, quando tornerà non ci troverà addormentati. Buon cammino d’avvento!
don Marco Belladelli
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