venerdì 27 novembre 2020

Il Vangelo della salute del 29/11/2020

Jean Francois Millet, Angelus, 1858-59, museo d'Orsay, Parigi. 

 I Domenica di Avvento “B”
Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.

Dal Vangelo secondo Marco  (13, 33-37) 
 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.

Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». 
Parola del Signore.

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Inizia un nuovo anno liturgico. Nel rinnovarsi ciclico delle celebrazioni, i misteri della vita di Gesù s’incontrano con il mutare della nostra esistenza personale e con quello della storia umana (basta pensare che cosa hanno significato per ciascuno e per la nostra socialità questi mesi di pandemia). L’atto liturgico non è mai qualcosa di casuale o di estemporaneo, esso è contemporaneamente azione di Dio e della Chiesa. E’ grazia di Dio, cioè segno efficace della sua continua opera di salvezza, che viene ad incidere profondamente nella nostra vita, innestandosi in essa come energia positiva e significati di vita, come luce che dirada le tenebre, come forza nella debolezza, come sollievo nella sofferenza, come speranza e caparra della liberazione da ogni  male. Un insieme di buone ragioni, se mai ce ne fosse bisogno, per indurci a partecipare in modo vivo e assiduo alla S. Messa festiva.

Il nostro cammino ricomincia sempre dall’Avvento, che comprende le quattro domeniche che precedono il 25 Dicembre. I due segni caratteristici di questo particolare periodo liturgico sono il colore violaceo dei paramenti e la corona dell’avvento, che troviamo ormai anche in luoghi che non hanno niente a che vedere con il culto. Formata da rami di sempreverde intrecciati, su cui sono fissate quattro candele, in genere di colore rosso, che verranno progressivamente accese di domenica, in domenica, la corona scandisce le tappe di avvicinamento al Natale.

Nell’antifona d’ingresso della 1° Domenica, la Chiesa prega:

A te, Signore, elèvo l'anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso”.

Un invito ad elevarsi interiormente, per non rimanere schiavi di noi stessi e della terra. La Chiesa dipende da Dio, essa vive unicamente e totalmente per Lui. L’avvento è per eccellenza il tempo nel quale evidenziare sopra ogni altra cosa l’importanza radicale di questo particolare rapporto dell’uomo con Dio. E’ il tempo per fissare lo sguardo, e tutto il proprio essere, unicamente su di lui. Nella contemplazione del mistero della venuta di Gesù nell’umiltà della carne e dell’attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi, la Chiesa riscopre la propria origine, la propria natura umano/divina. In una attenta vigilanza, vissuta nella preghiera e nell’ascolto della Parola di Dio, essa si prepara all’incontro con il suo Signore, coniugando elevazione e glorificazione, così come Gesù ha invece coniugato umiliazione e gloria. Tutti attendiamo lo/la “Sposo/a”, colui cioè che sappia soddisfare il nostro profondo desiderio di comunione di vita, a cui tutti tanto aneliamo, ma che il più delle volte nelle relazioni umane si risolve in delusioni e frustrazioni.

Lasciamo Matteo per prendere in mano il vangelo di Marco. Non cominciamo dall’inizio, ma dall’ultima parola pronunciata da Gesù prima della passione: “Vegliate!”. Un imperativo ripetuto tre volte. Perché tanta insistenza? Perché il ritorno del Signore è una certezza! Gesù non è l’ennesima eterna umana illusione. Non sappiamo quando, ma è sicuro che egli tornerà, come un padrone di casa che ha lasciato la propria abitazione in “potere ai servi”.

Nel tempo d’Avvento la Chiesa si prepara a rivivere il mistero dell’incarnazione, per riconoscere i segni della presenza e del ritorno del Signore. In attesa del Signore, sostenuti dalla sua presenza sacramentale, viviamo di fede affettuosa, di sequela consapevole, nella contemplazione della persona di Gesù.

Se non siamo certi che egli sia già venuto, se non abbiamo ancora fatto l’esperienza della sua viva presenza tra noi, se abbiamo il cuore pieno di delusioni,  se ci siamo complicati la vita in storie intricate, tanto da non distinguere più il bene da male, allora è venuto il tempo di vegliare!

 Vegliamo nella preghiera e nella lettura della Parola di Dio, così il Signore, quando tornerà non ci troverà addormentati. Buon cammino d’avvento!

don Marco Belladelli


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