Jean Restout II, Pentecoste, 1732, Louvre, Parigi. |
Solennità di Pentecoste “C”
Sgorgheranno fiumi di acqua viva.
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, gridò: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non vi era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato. Parola del Signore.
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Lo
Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore.
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Nel giorno di Pentecoste
si rinnova l’effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa e sul mondo. S. Paolo
ci ricorda l’importanza fondamentale dello Spirito Santo per la fede cristiana:
“Nessuno può dire: "Gesù è
Signore!", se non sotto l'azione dello Spirito Santo.” (1Cor 12,3). Nella
vita di ciascuno e nella storia di tutta l’umanità non ci sono vie di mezzo. O
si è con il Signore Gesù, o si è contro di lui. Si può essere del Signore e con
il Signore soltanto se si è docili allo Spirito. Senza lo Spirito Santo alla
fine si finisce per farsi dominare dalla carne per vivere secondo i desideri
carnali, come dice sempre S. Paolo nella 2° lettura (Rom. 8,8ss). Basta
guardare come va il mondo oggi. Si fa un gran parlare di cibo e di sesso come
se fossero le chiavi della felicità, mentre in giro c’è una grande confusione e
una lite continua su tutto.
La festa di Pentecoste è
preceduta da una solenne veglia, nella quale sono proposte diverse letture
dell’antico testamento per descrivere la fondamentale e complessa azione dello
Spirito Santo. Si comincia con il racconto della torre di Babele (Gen 11,1ss),
l’alleanza tra Dio e il popolo d’Israele al monte Sinai (Es 19,3ss), la visione
delle ossa aride che riprendono vita (Ez 37,1ss) e si finisce con la profezia
di Gioele sul dono dello Spirito di Dio ad ogni uomo (Gl 2,28ss). Lo Spirito
Santo è mandato dal Padre e dal Figlio per la remissione dei peccati e per
riunire tutti gli uomini in una sola famiglia, nella “civiltà dell’amore” tanto
agognata dagli ultimi Papi, il Beato Paolo VI, San Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI. E’ lo Spirito che dà la vita e guida l’uomo alla Verità e al
Bene, perché è lo Spirito della vera religione e della fede nell’unico e vero
Dio. Gesù, osservando i sacerdoti intenti nel rito dell’acqua che si svolgeva durante la festa delle Capanne, grida a squarcia gola nel tempio: “Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me”, per annunciare il dono dello Spirito Santo che avrebbero ricevuto chi avesse creduto in lui. Lo Spirito Santo è come un fiume d’acqua che disseta, che purifica, ma soprattutto che rinnova tutta la terra (cfr. Sal 104,30). Come professiamo nel Credo, lo Spirito Santo “è Signore” come il Padre e il Figlio, quindi va adorato e glorificato come loro, lo Spirito Santo “dà la vita”, non soltanto quella fisica e psicologica, ma soprattutto la vita eterna.
Come leggiamo oggi nel Vangelo, nel giorno di Pentecoste si compie la promessa che Gesù ha fatto agli Apostoli durante l’ultima cena: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”. Il Paraclito, che abitualmente di traduce con “Consolatore”, è Colui che davanti a Dio prende le nostre difese, fino alla nostra piena e totale conversione, ed è inviato per rimanere sempre con noi. Gli altri versetti (23-26) li abbiamo già incontrati e commentati quindici giorni fa, nella VI Domenica di Pasqua.
Resta da dire che la vita del cristiano o è vita secondo lo Spirito Santo, oppure non è veramente tale, anche se si ha tutto il giorno il rosario in mano. E’ lui che ci plasma e ci trasforma oltre ogni nostra disponibilità e ragionevolezza, secondo la Parola di Gesù. E’ un’esperienza complessa da descrivere, ma semplice da vivere. Quando inizia la vita secondo lo Spirito si è così coinvolti da non potersi più sottrarre. Comincia sempre dalla preghiera e finisce con la carità, quella vera, fatta del dono di sé nel nascondimento, dove l’osservanza dei comandamenti di Gesù è la normalità della vita quotidiana.
Molti si chiedono da dove viene il grande successo di Papa Francesco che in tre anni ha conquistato il cuore di tantissimi uomini e donne, anche di molti lontani. Le varie tesi, alla fine non riescono a giustificare tanta forza di entratura, perché l’unica vera ragione del suo successo è soltanto la docilità del Santo Padre allo Spirito Santo, a Colui che è Signore e dà la vita. Allora, come dice S. Paolo ai Tessalonicesi: “Non spegnete lo Spirito!” (1Tess 5,19). Buona Pentecoste a tutti!
don Marco Belladelli
Grazie Don Marco...anche a te Buona Pentecoste
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