La Madre di Dio di Roncisvalle (E). |
Ottava del Natale, solennità di Maria, Madre di Dio.
Giornata mondiale della Pace.
I
pastori trovarono Maria, Giuseppe e il bambino.
Dopo
otto giorni gli fu messo nome Gesù.
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo. Parola del Signore.
Nel primo giorno del nuovo
anno astronomico, ottava del Natale, la Chiesa celebra la solennità di Maria,
Madre di Dio, e dal 1968, per volontà dell’allora Pontefice, il santo Papa
Paolo VI, anche la Giornata Mondiale della Pace. A Natale abbiamo contemplato
il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, oggi invece ci soffermiamo sul
protagonista umano di questo evento, la Madre di Dio. Nella maternità verginale
di Maria tutta l’umanità è coinvolta e attivamente partecipe all’opera di
salvezza divina. Senza questo “Sì” di Maria non ci sarebbe salvezza per
nessuno.
Il brano evangelico racconta dei pastori, che sollecitati dagli Angeli,
vanno a Betlemme in cerca del bambino che giace nella mangiatoia, con accanto i
suoi genitori, Maria e Giuseppe. Un segno, quello indicato dagli Angeli, forse
per noi troppo generico, ma per i pastori più che sufficiente per dare lode a
Dio e testimoniare la sua opera di salvezza a favore di tutta l’umanità.
Davanti alla loro fede ci chiediamo: che cosa rappresenta la maternità di
Maria, in quanto persona umana coinvolta nel mistero dell’incarnazione? E’
soltanto un vuoto contenitore che Dio ha utilizzato a proprio uso e consumo, o
è altro? Quando davanti all’Arcangelo Gabriele ha pronunciato il suo “Sì” in modo responsabile, Maria prima di tutto ha scelto in modo libero e personale di partecipare alla realizzazione di questo evento. Con questa decisione essa ha messo a disposizione di Dio tutta la propria umanità, fisica, morale e spirituale, coniugata al femminile, perché ciò a cui aveva acconsentito si realizzasse concretamente nella storia. Come dice S. Agostino, il “Sì” di Maria ha origine dalla sua fede, la fede della “piena di grazia”, che ha concepito il Figlio “non con l'infuocata concupiscenza della carne, ma col fervore della carità che promana dalla fede” (Sermo 214,6). Così nel grembo verginale di Maria la divinità del Figlio di Dio si è unita in modo mirabile e misterioso all’umanità della donna. Concepito senza il concorso di un uomo, Gesù Cristo è stato partorito come un qualsiasi altro uomo. Benedetto XVI ci ricorda che: “a partire dall’Incarnazione avviene qualcosa di sconvolgente: il regime di contatto salvifico con Dio si trasforma radicalmente e la carne diventa lo strumento della salvezza.” (05/01/2011). Maria è il passaggio fondamentale di questa trasformazione radicale, perché nell’umanità di Gesù la “carne”, da luogo di peccato, diventasse strumento di salvezza. Il titolo di “Madre di Dio” è strettamente collegato al mistero della vera divinità e della vera umanità di Gesù.
Sull’esempio e con l’aiuto di Maria, anche noi con il nostro atto di fede diventiamo protagonisti della nostra salvezza e di quella di tutta l’umanità. Oltre al suo valore teologico, la divina maternità di Maria sta davanti a noi come segno di Speranza di fronte alla cultura della morte che sotto varie forme imperversa nella società del nostro tempo.
Confortati dalla materna intercessione di Maria, Madre di Dio, all’inizio di questo nuovo anno invochiamo la benedizione di Dio perché sia per tutti un tempo di prosperità e di pace.
L’ultimo pensiero è per la 53° giornata mondiale della Pace. Il tema scelto da Papa Francesco quest’anno è: “La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica ”. Nella parte finale del suo messaggio il Santo padre ci ricorda che: “La grazia di Dio Padre si dà come amore senza condizioni. Ricevuto il suo perdono, in Cristo, possiamo metterci in cammino per offrirlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Giorno dopo giorno, lo Spirito Santo ci suggerisce atteggiamenti e parole affinché diventiamo artigiani di giustizia e di pace.”. Ancora Buon Natale e soprattutto Buon Anno!
don Marco Belladelli.
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