venerdì 29 novembre 2013

Il Vangelo della salute del 01/12/2013

Michelangelo, Il diluvio universale, Cappella sistina, Città del Vaticano

I Domenica di Avvento - “A”
Vegliate, per essere pronti al suo arrivo
Dal vangelo secondo Matteo, (24, 37-44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di

capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Parola del Signore.
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Pur nella diversità dei tre cicli in cui si articola la liturgia festiva: A, B e C , a cui corrisponde la lettura continuata di uno dei tre vangeli sinottici, rispettivamente Matteo, che ci accompagnerà quest’anno, Marco e Luca, ogni Domenica di Avvento propone un tema specifico di riflessione. Quello della prima Domenica è il vegliare.
Nel brano evangelico di oggi Matteo afferma con forza  che “il Signore verrà!”, anche se non sappiamo quando. Il testo però ci dice con un esempio come si realizzerà questa venuta: “Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo ”. Noè, personaggio lontano nel tempo, diventa straordinariamente attuale per il suo rapporto con Dio. Mentre tutti gli altri uomini continuavano a fare le solite cose di sempre, senza capire il senso di quanto stava per accadere e per questo non si sono accorti di nulla, Noè invece aveva intuito che qualcosa di diverso sarebbe successo. Per questo ha costruito l’arca e al momento opportuno vi è entrato. Il valore aggiunto della sua comprensione delle cose, che poi ha influenzato le sue scelte e il suo agire, fino ad immaginare quel qualcosa di nuovo a cui i suoi contemporanei non pensavano minimamente, è stata la sua fede in Dio. Perché non si ripeta la stessa situazione che “non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti”, dobbiamo vegliare, cioè stare svegli.
Vegliare significa soprattutto pregare, pregare incessantemente senza stancarsi, ma anche, come dice San Paolo nella lettera ai Romani, comportarsi onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestiti invece del Signore Gesù Cristo, (cfr Rom 13,14).
Come nei giorni di Noè, anche la prossima venuta del Signore rappresenterà un momento di giudizio, con la definitiva separazione del bene dal male. Non sarà possibile più nessuna giustificazione, nessun “ma”, né “però” … Siamo avvisati. Per questo nel vegliare è compreso anche il recupero di una condotta di vita onesta, alla quale ci esorta l’Apostolo Paolo nella seconda lettura. La parabola del ladro è in questo senso molto significativa. Quando subiamo un furto, ci rendiamo conto di quanto siamo poco accorti e avveduti. Può sembrare terrorismo psicologico, invece dobbiamo accogliere il monito di Gesù nel suo vero significato: come un preciso invito a fare di Dio il centro della nostra vita.
L’Avvento 2013 è una nuova e straordinaria opportunità che ci viene offerta nel segno della grazia per crescere nel nostro rapporto con Dio fino al “mio Dio, mio tutto!” di francescana memoria.
Buon Avvento!
don Marco Belladelli.

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