sabato 23 novembre 2013

Anno della fede/6


Credo la Chiesa  
Domani 24/11/2013, solennità di Cristo Re dell'Universo, si conclude l'Anno della Fede. Nella circostanza pubblico l'ultimo mio intervento sul tema.
Domanda: Penso che quasi sempre siano le persone a fare la differenza. Per questo a volte mi sento a disagio nel considerare la Chiesa un’istituzione positiva, quando i suoi interpreti non sono coerenti col messaggio che portano. Davanti ad un parroco, per esempio, mi trovo quasi sempre in sintonia. Non sempre invece di fronte a chi rappresenta la Chiesa più in alto. Perché la Chiesa istituzione risulta spesso fuori dalla realtà della carità che professa, abbandonando i parroci a se stessi, quasi fossero solisti all'interno di un gruppo?
E’ indubbio che soprattutto in Occidente la Chiesa stia vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia. E’ stato Benedetto XVI ha riconoscerlo quando ha parlato dell’assenza di Dio dalla coscienza e dalla vita delle persone e delle gravi difficoltà che oggi la Chiesa incontra nel trasmettere la fede alle nuove generazioni.
Il problema di fondo è il rapporto della Chiesa con il mondo. C’è chi vorrebbe la Chiesa assolutamente pura e senza macchia, come se dovesse essere composta da Angeli e non da uomini deboli e fragili. Secondo altri invece oggi è in atto un vero e proprio attacco alla Chiesa da parte di chi vuole distruggere radicalmente la civiltà giudaico cristiana, fondamento delle società occidentali e a cui sono ispirati i valori fondamentali alla base della convivenza civile e del suo sviluppo umano e culturale.
Per sciogliere il nodo del rapporto Chiesa-mondo, cinquant’anni fa’ è stato convocato il Concilio Vaticano II per un rinnovamento interno ed esterno della Chiesa. A seguito di fraintendimenti la sua attuazione pratica nelle Diocesi e nelle parrocchie ha suscitato spesso più disaffezione che senso di appartenenza. Negli ultimi tempi le critiche alla Chiesa hanno superato la stima.
Negata la sua missione di grazia, di carità e di speranza che svolge nel mondo in nome di Gesù Cristo, finisce per essere considerata una delle tante istituzioni umane, preoccupata più di affermare il proprio potere e difendere la propria ricchezza. Insomma una realtà auto-referenziale, involuta su se stessa, senza nessuna possibilità di un ravvedimento.
Quella appena tratteggiata è una visione notevolmente parziale e oggettivamente pregiudiziale, che non tiene per niente conto del tanto bene che in modo visibile e invisibile quotidianamente attraverso la Chiesa viene riversato sul mondo. Rimane vero che essa necessiti urgentemente di un rinnovamento profondo e radicale, sia degli uomini, sia della loro azione apostolica.  E’ ciò sta facendo Papa Francesco con le su scelte riformiste per una Chiesa istituzionalmente più leggere ed evangelicamente più fedele. Del resto, sono pochi coloro che si chiedono che cosa devono fare per migliorarla e che si attendono da essa un contributo importante per il futuro dell’umanità.

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