martedì 4 ottobre 2011

I SEGNI DELLO SPIRITO - Novembre 2011

Introduzione a LUCE AI MIEI PASSI
Per il terzo anno consecutivo l’Associazione onlus “Restituiamogli i sogni” mi ha chiesto di scrivere i commenti ai Vangeli della Domenica, raccolti questa volta in un vero e proprio volume, da diffondere tra gli Associati e gli Amici, che con i loro contributi sostengono le iniziative di solidarietà a favore dei Bambini bisognosi di aiuto in ogni parte della terra.

Nella crisi a tutto tondo che il mondo intero sta attraversando, il Vangelo rimane e rimarrà un messaggio di vita, di amore e di speranza per tutti. Forse gli uomini di Chiesa non sono sempre come li vorremmo, ma nonostante questo, la Parola di Gesù non è offuscata. Aiutare qualcuno a leggere il Vangelo, a comprenderlo meglio, a sentirsene attratto, come da una luce che illumina le nostre tenebre, come da una voce amica tra tante che ci disorientano, fino a riconoscere la presenza viva di Gesù accanto a noi, è sempre una sfida che vale la pena di affrontare. Se in questi tre anni, tra le migliaia di persone a cui è giunta questa pubblicazione, anche uno solo avesse fatto questa esperienza, vuol dire che il gioco valeva la candela e la mia fatica non è stata inutile.

Ogni anno abbiamo cercato di migliorare, introducendo elementi sempre nuovi. Siamo passati dall’idea dell’agenda, a quella di un bell’album fotografico, ad un vero e proprio libro. Quest’anno la novità non si ferma alla confezione, ma riguarda anche il contenuto. Insieme ai commenti dei Vangeli 2011-2012 e alle foto dell’amico Gianfranco Magotti, troverete riportate delle “Preghiere”, attraverso le quali sarete aiutati ad aprire il cuore a Dio. Non è sufficiente capire la Parola di Dio. Nessuno dubita che Gesù fosse un sant’Uomo, ma questo non cambia un uomo in un cristiano serio. Soltanto attraverso la preghiera, cioè quel dialogo intimo e profondo che nasce e si sviluppa nella nostra coscienza, impariamo a riconoscere e a stare davanti a Dio in persona, senza averne paura, fino a scoprirlo “Amico”. Sono Preghiere che nascono nel profondo dell’anima di Anna, che le ha scritte. Hanno un’ispirazione divina. Vi sorprenderete per quello che provocano nella vostra anima. Qualcuno che le ha lette si è anche arrabbiato. Anche questo va bene, perché vuol dire che non lasciano indifferenti, ma che riescono a metter in moto il nostro spirito. Dopo che le avrete lette, mi direte se ho ragione o mi sono sbagliato.  

Vedo già qualcuno sorridere: ci vuole ben altro per questo nostro mondo che non le emozioni e la sagra dei buoni sentimenti. Mi permetto in proposito un’ultima parola. Come diceva quel tale: “Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo”. Da dove vogliamo cominciare a rifare questo mondo? Quale punto d’appoggio, se non te stesso? Nessuno può cambiare niente e nessuno attorno a sé, se non se stesso. E allora da dove cominciare se non dal nostro spirito? La spiritualità è tutto il nostro mondo interiore, dove molto spesso abbiamo accatastato una montagna di desideri, aspirazioni, ideali, valori, convinzioni, e chi più ne ha, più ne metta. Stanno là, nella più totale confusione, in attesa che mettiamo un po’ d’ordine, per dare un po’ di senso alla nostra vita. Mi rendo conto di essere troppo pretenzioso, ma lasciare le cose come stanno mi sembra proprio una vigliaccata. Oggi abbiamo bisogno di Spiritualità. Senza una solida base spirituale, continueremo a vivere in questa emergenza morale, nella quale sarà sempre più difficile distinguere il bene dal male. “Luce ai mie passi” è soltanto un modesto contributo a questa sfida, che non possiamo premetterci di perdere. Grazie! 
Don Marco Belladelli
Mantova, 24 Settembre 2011
-------------------------------------------------------------------------
La Presentazione di due Amici 

un Amico credente
Don Marco Belladelli ripropone il commento dei Vangeli domenicali del nuovo anno liturgico 2011-2012 che si basano sui testi di san Marco. I commenti sono come sempre diretti, lucidi, immediati. A rendere questa volta ancora più preziosa la fatica del nostro amico “romano” interviene anche la presenza di testi in accompagnamento della mistica Anna.

Questa innovazione sembra consentire una riflessione di vita interessante. Quando noi ci riferiamo ai commenti della Parola, ricordiamo molto spesso, anche involontariamente, un apprendimento passivo: siamo noi fedeli che ascoltiamo il sacerdote dall’altare, come se la Parola fosse sempre un qualcosa da imporre agli ascoltatori. In un certo senso, me lo ricordava anche il commento molto recente di un sacerdote mantovano al fatto che una donna leggesse il vangelo dal libretto giornaliero mentre lui lo proponeva dal pulpito. Si permise di dire che la donna doveva smettere di leggere perché il Vangelo poteva essere solo annunciato, quindi unicamente trasmesso attraverso la voce (del sacerdote).

Tralasciando l’aneddoto e tornando alla questione della posizione passiva verso la Parola, noto ancora anche un altro aspetto negativo collegato che è quello di ridurre la Parola solo o prevalentemente ad un insieme di nozioni da imparare.

Ho posto questa premessa sulla riduzione del valore della Parola, perché la riflessione che intendevo proporre è proprio che l’abbinamento al commento del Vangelo di una dimensione mistico-lirica ci fa superare quel pericolo di riduzione dell’esperienza della parola che ho appena descritto. Si apre infatti con i testi mistici uno squarcio di esperienza del rapporto col Signore che è del tutto diverso e che, per questa diversità, ci fa riflettere.

Se la proposta agile e sintetica del commento di don Marco ha una spinta diretta e quasi fulminante, l’esposizione di Anna ha un ritmo diverso, più fraseggiante e circondante per il lettore, quasi danzante intorno a lui. Come detto, questa integrazione ricorre alla lirica, cioè alla rappresentazione dei sentimenti nel vissuto del rapporto col Signore.

Noi non sapremmo parlare a Dio se non ci fosse la sua Parola. Ma nel parlare a Lui non pronunciamo la sua Parola, ma i sentimenti che la sua Parola suscita dentro di noi. L’effetto della Parola è un’educazione dei sentimenti e del cuore. Con la sua Parola impariamo ad esprimerci, e, mentre lo facciamo scopriamo l’altra Persona. Ce ne possiamo anche innamorare: ecco il piano della lirica nel rapporto con Dio.

La Parola diventa quindi il sentimento più profondo sperimentato con i sensi e dai sensi dell’anima. Senza volerla assolutizzare, questa mi sembra un’esperienza indispensabile per il cristiano, che unisce i semplici e gli eruditi, senza distinzione.

La lirica non sarà l’unica modalità che ridona spirito e vita alla Parola, ma certo ne è una declinazione importante. Nemmeno sembra pensabile che tutti diventiamo dei mistici: però è sempre fondamentale per il cristiano concentrarsi sul fatto che l’esperienza cristiana prevede di parlare con un Dio persona vivente a partire dalla sua Parola. E che questo dialogo sia fondamentalmente spinto dai sentimenti più positivi.

Lo stacco quindi della lirica rispetto al commento in quanto tale ci fa riflettere sull’esigenza di proporci un’esperienza religiosa completa, ricca dei sentimenti che esprime il dialogo con Lui, pieno di buone conseguenze per noi e per gli altri che stanno intorno a noi. Ma il dialogo con Lui è un’esperienza che si costruisce sulla piena valorizzazione della Parola.

Noi non sapremmo parlare a Dio se non ci fosse la sua Parola. Ma nel parlare a Lui non pronunciamo la sua Parola, ma i sentimenti che la sua Parola suscita dentro di noi. L’effetto della Parola è un’educazione dei sentimenti e del cuore. Con la sua Parola impariamo ad esprimerci, e, mentre lo facciamo scopriamo l’altra Persona.

Quando a Gesù fanno presente che sua madre ed i suoi fratelli lo stanno attendendo, lui provocatoriamente rilancia con la domanda su chi fossero sua madre e i suoi fratelli, per concludere che sono madre e fratelli coloro che rispettano la Parola di Dio e la osservano. Gesù stesso abbina la Parola ad una condizione materiale che è la condivisione del sangue, per dire però che la fratellanza e la maternità della Parola sono superiori.

Si è più fratelli in Cristo che fratelli in nome della carne: e questo è opera della Parola. Ma addirittura si può essere persino madri in Cristo, perché fa entrare nel discorso anche il paragone con la vera Madre di Gesù, colei che per definizione ha onorato la Parola in modo perfetto. Il paragone ci rassicura che nulla può essere negato all’anima che mira a Gesù e cerca la sua Parola.

Non resta quindi che meditare sui testi di don Marco e provare con essi a costruire un più ricco rapporto sentimentale col Signore. Immediatamente dopo, possiamo leggere i testi di Anna, e verificare se un qualche nostro accento lirico non sia poi così distante.

Personalmente, mi sono sentito gratificato dalla nuova proposta e mi sento quindi parimenti grato a chi l’ha pensata. Certamente ciò è dovuto anche alla qualità dei testi proposti: per cui non un solo grazie a don Marco, ma due per averci fatto anche scoprire quell’altro modo di scrivere con talento così pieno di sentimenti e di tenerezza verso il Signore.  Buona lettura!
Adelelmo Lodi Rizzini
------------------------------------------------------------
un Amico laico
“Luce ai miei passi” è una raccolta di “vecchie” storie di un Uomo che dopo aver tentato una rivoluzione d’amore è morto in croce tradito “dal fuoco amico” e abbandonato dal Padre. Oggi queste cose le chiamano anche “missioni di pace”.
Ma “Luce ai miei passi” è anche un grido d’aiuto, un’implorazione a Dio perché veramente non si dimentichi di noi. Perché è difficile camminare al buio. Perché è difficile il sangue, insopportabile il dolore, incomprensibile il “Perché”. Il buio della ragione, il buio della morte. La notte eterna. La notte senza stelle. La solitudine di una vita che in fondo non ci appartiene. Decisa da altri: come e quando non si sa. E   non  più la luce… e basta. Ci vorrebbe una Luce,  un Amico, una Mano. Delle Emozioni. La sensazione di un Altro vicino a te. Nella “Luce ai miei passi” l’autore cerca di dare un senso  a questa Storia, a ciò che è stato Gesù Cristo per noi, per l’umanità, per laici come me e Vasco Rossi:

Voglio trovare un senso a questa sera
Anche se questa sera un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa vita
Anche se questa vita un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa storia
Anche se questa storia un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa voglia
Anche se questa voglia un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...

Voglio trovare un senso a questa situazione.
Anche se questa situazione un senso non ce l'ha

Voglio trovare un senso a questa condizione
Anche se questa condizione un senso non ce l'ha

Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani un altro giorno arriverà...
Domani un altro giorno... ormai è qua!

Voglio trovare un senso a tante cose
Anche se tante cose un senso non ce l'ha.


Sono uscito una notte in cerca di Dio. Faceva freddo, ma c’era la luce. Ho vagato con lo sguardo. Nessuno attorno a me. Silenzio. Al di là della strada un paio di netturbini bestemmiavano Dio, ma non ho udito nessuna risposta. Il miagolio di un gatto, ma non era fame. Mi si è strusciato fra le gambe a cercare una carezza, una tenerezza che non avesse a che fare col silenzio della morte o con l’indifferenza di Dio. L’ho preso in braccio e abbiamo fatto un tratto di strada guardandoci negli occhi. Eravamo calore di un Dio sconosciuto.
                                                                            
27/11/20011 - 1° Domenica di Avvento. Anno  “B”

 Dal Vangelo secondo Marco  (13, 33-37)Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Vegliate: non sapete quando il Padre-Padrone ritornerà.

                                                                      GianPietro Trebbi

Nessun commento:

Posta un commento