giovedì 29 settembre 2011

Il Vangelo della salute del 02/10/2011.

Caravaggio, il bacio di Giuda.
XXVII  Domenica del Tempo Ordinario, “A”.
Darà in affitto la vigna ad altri contadini.
Dal Vangelo secondo Matteo  (21,33-43).In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».  Parola del Signore.
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Continua lo scontro tra Gesù e i capi del popolo. Dopo l’accusa di non aver creduto al Battista e di non essersi convertiti, arriva la sentenza di condanna e la conseguente pena: “a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti”. La parabola dei contadini segue immediatamente quella dei due figli. Anche il contesto è lo stesso che abbiamo già descritto. L’immagine della vigna per indicare il popolo ebraico non è nuova, come si vede nella prima lettura (cfr Is 5,1ss) e nel salmo responsoriale (Ps 80/79). L’originalità di Gesù sta nel rappresentare le varie tappe della storia della salvezza come la storia d’amore di Dio per l’umanità. E’ facile riconoscere nel comportamento del padrone della vigna il Padre che sceglie il popolo d’Israele e a più riprese manda i suoi inviati, fino a quando, al momento stabilito, invia il suo stesso Figlio. Ai contadini, a cui aveva affidato la cura della vigna, non interessa né l’elezione divina, né tanto meno accogliere i suoi inviati. Essi pensavano a come impadronirsi della vigna. L’occasione propizia si presenta con l’arrivo del Figlio: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Gesù conclude ancora con una domanda retorica, a cui si deve rispondere in modo univoco. Anche i suoi interlocutori sono obbligati a trarre le stesse conclusioni. L’applicazione del messaggio è però tutta sua. Primo punto: chi pensava di soppiantare Dio, è stato a sua volta soppiantato: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi.”. Secondo punto: “a voi sarà tolto il regno di Dio”. Il rifiuto del popolo d‘Israele non ferma il piano di salvezza di Dio, ma continua con altri protagonisti “e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti” che produrranno frutti, e precisamente frutti di conversione (cfr Mt  3,8). Anche noi, come Chiesa, dobbiamo riflettere su questi due aspetti. Le ragioni del rifiuto del popolo d’Israele possono diventare le ragioni del nostro rifiuto. Anche il problema della sterilità della vita di molti cristiani e di intere comunità oggi ci riguarda, e non poco. Come il popolo eletto si è sostituito al Messia-Figlio per impossessarsi dell’eredità, oggi il rifiuto di Dio nella nostra società non si limita alla marginalizzazione di tutto quello che è religione, ma in certi casi sconfina vere e proprie forme di cristianofobia.  La Chiesa stessa oggi vive al suo interno situazioni così palesemente contraddittorie con la grazia divina di cui è portatrice, da rappresentare una minaccia per se stessa. E non sto pensando soltanto al problema della pedofilia, già di per sé tanto scandaloso, ma alla paura che oggi c’è nella Chiesa di guardare alla Verità.  Viviamo in tempi in cui molti fuggono dalla Verità. La Chiesa non può permettersi di fare questo. Significherebbe la sua fine. Buona Domenica!
Don Marco Belladelli.
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Preghiamo insieme, ...

O PADRE CELESTE
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O Padre Celeste,
Luce dell’universo che ti rendi piccolo
per raggiungere i nostri cuori,
liberaci da tutti i mali che opprimono la nostra vita
e dimora in noi con la Tua Potenza
che ci rende forti, sicuri e liberi.
Confessiamo a Te e deponiamo in Te le nostre colpe
e invochiamo il perdono per i meriti di Gesù
e per intercessione di Maria,
la Vittoriosa e Potente Madre di Gesù e dell’umanità.
Confidiamo in Te, o Padre, nella Tua bontà e nel Tuo amore
E viviamo nella certezza che Tu sei la Vita
E la Promessa Fedele di ogni bene.
Gloria al Padre, … (3 volte).
 

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