sabato 24 dicembre 2011

LA VOCE DI MANTOVA/70

Sr. Maria Grazia Uka, Natività 2011.

La bella tradizione di scambiarci gli auguri in occasione delle feste natalizie è un modo semplice e concreto per condividere la Speranza propria di questi giorni. Fissando lo sguardo sulla grotta di Betlemme, comprendiamo come non mai quanto Dio sia vicino a noi. Lui, l’unico che non fa preferenze di persone, è venuto per tutti. E’ bello cercare d’imitarlo, provando a raggiungere il  
maggior numero di amici e conoscenti possibile per non escludere nessuno dalla gioia di sentirsi partecipi del mistero della nascita di Gesù Bambino. A tutt’oggi abbiamo già stretto tante mani e molte altre ancora ne stringeremo concretamente e idealmente per dire: “Buon Natale!” e “Buon Anno!”. Quelli più attenti al politicamente corretto preferiscono espressioni più generiche come “Auguri!” oppure “Buone Feste!”. Non si sa mai di produrre l’effetto contrario. Le persone più care invece le abbracciamo. Una volta per farsi gli auguri si scrivevano tante cartoline e biglietti impreziositi dalla porporina. Cose d’altri tempi, ormai quasi del tutto scomparse dalla circolazione. Nell’era virtuale sono stati sostituiti dalle mail, dalle cartoline virtuali, dagli SMS e pure gli MMS. Molti di questi auguri si limitano alle sintetiche formule di circostanza. Altri invece si sbizzarriscono unendovi messaggi seriosi e solenni, oppure citando realtà e valori generalmente ritenuti importanti per una vita felice, come per esempio la pace del mondo, la famiglia, la solidarietà universale, la salute, la buona sorte, l’amore, l’amicizia, le buone relazioni interpersonali, il lavoro, e perché no, anche qualche soldino in più che non guasta mai, e via dicendo. Investiti da questa sovrabbondanza di buoni auspici ci dovremmo sentire in una botte di ferro per tutti i 366 giorni del nuovo anno. Con tante persone che ci vogliono bene, che cosa ci può accadere di negativo? Bisogna soltanto andarselo a cercare. Eppure sappiamo che non è così. E non è soltanto colpa della crisi economica, che comunque in questo Natale 2011 ha il suo peso. Ci siamo risollevati dal disastro della seconda guerra mondiale. Circa quarant’anni fa abbiamo superato l’austerity e venti anni dopo la crisi degli anni novanta. Perché allora nonostante le varie manovre finanziarie di questi ultimi mesi e le rassicurazioni di chi oggi ci governa, l’impressione diffusa è che non siamo ancora riusciti a trovar il bandolo della matassa? Si dice che ora tocca ai nostri partners europei fare la loro parte. Intanto recessione, disoccupazione e pressione fiscale vanno sempre più intaccando quella riserva tutta italiana che sono i patrimoni familiari. Secondo qualcuno siamo nel mezzo di una vera propria guerra combattuta senza armi. Questa crisi rimane l’eredità più pesante di questo terribile 2011, iniziato tra le proteste delle popolazioni arabe del Nord Africa e del Medio Oriente, che non hanno ancora trovato una loro composizione pacifica, continuato poi a colpi di terremoto prima in Giappone e poi in Turchia, e con le inondazioni in varie parti del mondo, in particolare nel sud-est asiatico. Di fronte a questa crisi, nel messaggio augurale alla Curia Romana anche il Papa si è interrogato: “dove è la luce che possa illuminare la nostra conoscenza non soltanto di idee generali, ma di imperativi concreti? Dove è la forza che solleva in alto la nostra volontà?”. E si è anche risposto, dicendo che “Il nocciolo della crisi è la crisi di fede.  … Se la fede non riprende vitalità, diventando una profonda convinzione ed una forza reale grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre riforme rimarranno inefficaci”. Sarebbe come dire che una certa responsabilità per la crisi in atto è dei Cristiani che non credono e non vivono come tali. In questi giorni molti frequenteranno le chiese o avranno modo di innalzare un pensiero a Dio. In quel momento ricordiamoci che dalla sincerità e dalla convinzione della nostra fede dipende la Speranza di un futuro migliore per tutti.  
don Marco Belladelli
pubblicato su LA VOCE DI MANTOVA il   24/12/2011.

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