lunedì 2 giugno 2014

Il Vangelo della salute del 01/06/2014

Della Robbia, Ascensione di Gesù al cielo.
Solennità dell’Ascensione “A”
Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
 Dal vangelo secondo Matteo  (28, 16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io Sono con voi tutti i giorni, fino
alla fine del mondo». Parola del Signore.
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La solennità dell’ Ascensione è l’apice del processo di glorificazione di Gesù, iniziato, secondo l’evangelista Giovanni, con la sua passione. Dopo quaranta giorni della sua risurrezione, Gesù viene rivestito della gloria di Figlio unigenito che gli era propria fin dalla fondazione del mondo. Con una novità, non certo secondaria e accessoria. A questa gloria celeste viene associata anche la sua natura umana, cioè quel corpo che egli ha assunto per opera dello Spirito Santo nel grembo verginale di Maria, con il quale ha vissuto i suoi trentatre anni di vita in mezzo a noi, ha camminato per le strade del mondo, sopportando il caldo e il freddo, la fame e la sete, e ha condiviso le gioie e le tristezze, le speranze e le angosce della nostra vita terrena. Per mezzo di quel corpo ci ha parlato di Dio e ha patito le sofferenze e le umiliazioni della passione, fino alla morte di croce. Quel corpo, di cui conserviamo una misteriosa icona nel lenzuolo della sindone, è il cardine della salvezza e con l’Ascensione è introdotto nel mistero della SS. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, e rivestito della stessa gloria divina.
Davanti  all’Ascensione, allora, non lasciamoci prendere dallo scoramento emotivo per un senso psicologico di abbandono, sottolineato spesso da tanti predicatori nelle loro omelie. Gesù non si allontana da noi, ma salendo al cielo riavvicina l’uomo a Dio, in un modo molto più stretto di quanto questo rapporto lo fosse nel paradiso terrestre, prima del peccato dei Progenitori. Matteo infatti conclude il suo vangelo, dando risalto a questa presenza di Gesù accanto a ciascuno di noi ogni giorno, fino alla fine: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Questa prossimità coincide con il momento favorevole della conversione (cfr 2Cor 6,2). Gesù aveva promesso che quando sarebbe stato innalzato da terra avrebbe attirato tutti a sé (cfr Gv 12,32). Questa parola non si esaurisce nell’evento della croce, ma trova un suo pieno compimento nell’ascensione al cielo. Come il figliol prodigo, la Chiesa e tutta l’umanità, attratte da Gesù, hanno imboccato la via del ritorno. Ogni momento è propizio per rientrare in sé stessi, per riconoscere il proprio peccato e per incamminarsi sulla strada che conduce verso la casa del Padre misericordioso. Gesù ha inaugurato questa via e per primo la percorsa fino alla fine, portando a Dio Padre il dono prezioso dell’umanità redenta per mezzo delle sue sante piaghe: “dalle sue piaghe siete stati guariti” (1Pt 2,24).
Che cosa significa allora: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra”. Quale potere? Gesù dice “ogni” potere, cioè tutti, nessuno escluso. Vuol dire il corso degli eventi personali oppure più in generale quelli della storia umana sono nella sua piena e totale disponibilità, anche se apparentemente certe volte questo non sembra vero. E’ certa la sconfitta del principe di questo mondo, anche se nonostante questo egli continua a darsi da fare per far credere il contrario. A noi il compito di collaborare con questi poteri di Gesù per orientare tutto alla edificazione del regno di Dio.
Segue il mandato agli apostoli di evangelizzare e di battezzare (celebrare i sacramenti), cioè rendere presente il Cristo che salva ogni uomo. Ogni realtà e ogni situazione è buona per annunciare il Vangelo e contribuire alla salvezza di chicchessia. E’ la costruzione della civiltà dell’amore.
Nella festa dell’ ascensione è annunciato dunque anche il senso della storia, riassunto in questa paziente opera, per mezzo della quale Dio attira tutti a sé. Questa è la missione dello Spirito Santo. Invochiamolo con forza in questi giorni (e non soltanto in questi giorni!), che precedono la solennità di Pentecoste.
Buona Ascensione a tutti!
don Marco Belladelli.

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