lunedì 3 gennaio 2011

I recenti attentati contro i Cristiani

La strage alla chiesa copta di Alessandria d'Egitto.
guerra ai Cristiani   
Nel primo giorno del 2011 la notizia dell’attentato ad una chiesa copta di Alessandria d’Egitto in poche ore ha fatto il giro del mondo. Nella notte tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio, i fedeli davanti alla chiesa sono stati investiti da un’esplosione. Non si sa ancora se per una autobomba o per un kamikaze, che si è fatto esplodere. Il bilancio delle vittime conta 22 morti e 70 feriti, numeri senza precedenti per l’Egitto, dove i conflitti tra cristiani e musulmani non sono purtroppo una novità.

L’anno scorso c’è stata una sparatoria nel sud del paese, all’uscita dalla S. Messa di mezzanotte, con perdite sempre da parte dei cristiani. Circa un mese fa invece i disordini sono scoppiati attorno al monastero di San Bishoi, per fortuna senza vittime. Alla fine è pure arrivata la rivendicazione di un gruppo terroristico vicino ad Al Qeada, nel quale si collega quanto accaduto ad Alessandria con le minacce lanciate contro i cristiani d’Egitto, dopo l’altro attentato ancor più sanguinoso del 31 Ottobre scorso alla cattedrale siro-cristiana della Madonna del Perpetuo Soccorso di Bagdad, dove ci sono stati 51 morti e molte decine di feriti. Se si ascoltano i racconti dei sopravvissuti a questo grave fatto di sangue c’è da rimanere senza fiato per la ferocia mostrata dai terroristi. Si trattava di un gruppo di ragazzi molto giovani, tra i 14 e i 15 anni, armati di mitra, granate e con una cintura esplosiva attorno alla vita. Sono entrati in chiesa poco dopo mezzogiorno, appena finita l’omelia, e hanno cominciato a sparare alla cieca. Hanno perfino sparato sulla croce, irridendo i presenti con parole che evocavano quelle degli aguzzini di Gesù sul Calvario: “Ditegli che venga a salvarvi!”. Non hanno avuto pietà per nessuno. Hanno sparato anche sui bambini, soltanto perché piangevano terrorizzati. Quando finalmente è arrivato l’esercito si sono fatti esplodere. Nell’ “Angelus” del 2 Gennaio, il Papa ha detto: “Questo vile gesto di morte  come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno”. Pur invitando i cristiani a resistere e a rispondere con la non violenza, Benedetto XVI ha parlato di una vera e propria “strategia di violenze che ha di mira i cristiani”. Insomma, siamo ormai alla “cristianofobia”, un neologismo nel quale sono compresi atteggiamenti di avversione che vanno dal fastidio all’emarginazione, dalla discriminazione alla persecuzione dei cristiani nel mondo. Oltre all’Egitto e all’Iraq, in questi ultimi mesi abbiamo registrato altri fatti di sangue contro i cristiani in Pakistan, nelle Filippine e in Nigeria. Il tutto nella quasi totale indifferenza dell’occidente cristiano. Non mi riferisco soltanto alle tiepide reazioni delle cancellerie governative, ma anche alle nostre Chiese locali. La CEI aveva indetto per domenica 21 Novembre una giornata di preghiera per i cristiani perseguitati nel mondo, che sì e no ha trovato eco sui settimanali diocesani. Tutte le volte che mi capita di parlare di questo tema, vedo i fedeli sgranare gli occhi sbalorditi. Come a dire: ma le persecuzioni non erano quelle dei cristiani mangiati dai leoni nel Colosseo? E non sono finite mille e settecento anni fa, con l’edito di Milano dell’imperatore Costantino del 313? Purtroppo no. Le persecuzioni attraversano tutta la storia della Chiesa. E il secolo del martirio per eccellenza è manco a dirlo il XX, quello che si è appena concluso, con 40 milioni di cristiani uccisi. A tutt’oggi tre su quattro perseguitati nel mondo sono cristiani, a motivo della loro fede. Ecco perché il Papa ha scelto come messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale della Pace il tema della libertà religiosa, quale diritto fondamentale, da cui derivano tutti gli altri diritti umani. Per chi volesse saperne di più, invito a leggere “Guerra ai cristiani”, libro da cui ho preso in prestito il titolo. Pubblicato nel Giungo scorso dall’europarlamentare Mario Mauro, in collaborazione con Vittoria Venezia e Matteo Forte, edito da Lindau, sono descritte le difficili condizioni di vita di molte minoranze cristiane sparse per il mondo.
Conoscere le cose come stanno è il primo passo per uscire dall’indifferenza.
Don Marco Belladelli.









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