venerdì 24 maggio 2013

Il Vangelo della salute del 26/05/2013

Andrej Rublev (1360-1427), allegoria della SS. Trinità, Mosca, museo Tretjakow.
Solennità della SS. Trinità, “C”.
Tutto quello che il Padre possiede è mio;
lo Spirito prenderà del mio e ve l'annuncerà.
 Dal Vangelo secondo Giovanni (16, 12-15).
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
« Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.».  Parola del Signore.
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Quest’anno, nel corso delle catechesi per l’Anno della fede, uno degli amici farmacisti presenti mi ha chiesto di parlare della Santissima Trinità.

Parlare della Trinità significa parlare del “nostro” Dio, il Dio di Gesù Cristo, e non di un Dio qualsiasi. Un Dio che non ha eguali a cui paragonarlo, perché è l’unico vero Dio che esiste e che fa essere tutto ciò che è.
Oggi, nel nostro mondo occidentale, non è facile parlare di Dio. La secolarizzazione, nel tentativo, portato all’estreme conseguenze, di plasmare le cose umane facendo completamente a meno di Dio, lo sta conducendo sempre di più sull’orlo dell’abisso, verso l’accantonamento totale dell’uomo. Per evitare questo tracollo dell’umanità, ascoltiamo cosa dice il Card. Ruini: “l’esistenza del Dio personale, pur solidamente argomentabile come abbiamo cercato di fare, non è oggetto di una dimostrazione apodittica, ma rimane l’ipotesi migliore che esige da parte nostra di rinunciare a una posizione di dominio e di rischiare quella dell’ascolto umile”.
Insomma, parlare di Dio significa anche parlare dell’uomo. Le due realtà sono assolutamente inscindibili. Se l’uomo di oggi avrà il coraggio dell’umiltà, rinunciando a porsi come unica misura del tutto, incontrerà il Dio personale e salvatore. Come dice S. Agostino ne La città di Dio: “Due (diversi) amori hanno edificato due diverse città: l'amor proprio (amor sui),  fino al disprezzo di Dio, quella terrena; l'amore di Dio (amor Dei), fino al disprezzo di sé, quella celeste”.
L’unica via allora che conduce a Dio e alla sua Verità e Bontà è quella dell’umile ascolto e del rinnegamento di sé, come ci ha insegnato Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto” (Gv 14,6-7). E come dice oggi nel Vangelo, colui che ci guida su questa strada di conoscenza e di comunione di amore è lo Spirito Santo: “lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità”.
In Gesù noi abbiamo una conoscenza viva di Dio. In lui abbiamo anche un accesso diretto a Dio, fino alla più completa comunione di vita, quando “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28). E colui che rende possibile questo incontro è lo Spirito Santo che plasma e trasforma tutto secondo il volere del Padre.
Allora il Dio di Gesù Cristo è un Dio di Amore, Amore che fa esistere e che si dona, fino a sconfiggere il male, che è esattamente tutto il contrario, cioè morte e odio per tutto ciò che vive. Ecco perché l’unità e la trinità di Dio sono il primo dei principali misteri della fede cristiana, perché tutto converge verso questo mistero di amore e di comunione, a cui possiamo accedere  attraverso l’umile ascolto. Questo mistero di Verità e di Amore esercita una forza di attrazione su di noi oltre ogni limite e confine. Come dice il salmo:
Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti.” (139, 7-8).
Questo è il cuore della rivelazione cristiana. E questa è anche la sfida che Dio ha lanciato prima di tutto nei confronti di se stesso e poi nei confronti dell’uomo, quello di attirare tutti a sé con la potenza del suo amore. Un Amore che ha vinto il mondo (cfr Gv 16,33 ) e che è stato riversato nei nostri cuori (cfr Rom 5,5). Questa è la Speranza su cui si fonda la nostra vita, che ogni giorno ci sostiene nel nostro commino e a cui aneliamo più o meno consapevolmente.
Concludo con una preghiera alla Santissima Trinità di S. Caterina da Siena che recito ogni giorno e più volte al giorno.  
O Spirito santo, vieni nel mio cuore!
Con la tua potenza attiralo a te, o Dio!
Concedimi carità con timore.
 
Custodiscimi , Cristo, da ogni mal pensiero,
riscaldami e reinfiammami del tuo dolcissimo amore
sì che ogni mia pena mi sia leggera. 

Santo mio Padre e dolce mio Signore
ora aiutami in ogni mio ministero.
Cristo Amore! Cristo Amore! Amen.
Buona Domenica della SS. Trinità!
don Marco Belladelli

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