giovedì 2 maggio 2013

FOTONOTIZIA/5

 
 
1 MAGGIO 2013
Lo scorso 1° Maggio sono stato con un gruppo di amici a Orvieto, la città del Corpus Domini, dove da quest’anno fino a tutto il 2014 si celebra un Giubileo speciale per i 750 anni del miracolo eucaristico di Bolsena. In questa cittadina nel 1263 un prete boemo, che non credeva nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, mentre celebrava la S. Messa nel luogo del martirio di S. Cristina, improvvisamente si è trovato tra le mani un'ostia consacrata sanguinante. A seguito di questo miracolo, l'anno successivo Papa Urbano IV istituiva la festa del Corpus Domini per tutta la Chiesa. Da un’altra città eucaristica, Lanciano, proviene Luca Romagnoli, il cantante del gruppo rock Management del Dolore Post Operatorio, che nel pomeriggio di quello stesso giorno a Roma in piazza S. Giovanni durante il tradizionale Concerto la Festa del Lavoro organizzato dai Sindacati e trasmesso in diretta dalla RAI, ha iniziato la sua performance innalzando al cielo un preservativo, allo stesso modo del sacerdote quando durante la Santa Messa ostende l’ostia consacrata ai fedeli, pronunciando queste precise parole: "Questo è il budello che uso io, che toglie le malattie dal mondo. Prendete e usatene tutti. Fate questo, sentite me!". Una chiara parafrasi dissacrante della formula di consacrazione dell’Eucaristia. Poi si è tolto il cappuccio che indossava e si inchinato verso il pubblico per mostrare una grossa chierica in stile francescano, con chiaro intento provocatorio nei confronti dell’Eucaristia, della Chiesa e di Papa Francesco, che proprio in quella stessa piazza il 30 Maggio prossimo celebrerà la Santa Messa del Corpus Domini. Vista la mala parata, la RAI si è affrettata ad oscurare l’esibizione del gruppo con la pubblicità. Il Romagnoli accortosi di non essere andato in diretta, alla fine della sua esibizione si è calato i pantaloni, mostrandosi completamente nudo in pubblico. Come al solito c’è chi minimizza, riducendo il tutto ad una furbata utile a far parlare di sé. Insomma, pubblicità a costo zero, visto che bene o male nei giorni seguenti molti giornali hanno parlato di questi ragazzi e del loro gesto. Altri invece, tra cui gli organizzatori e i responsabili della manifestazione, molto più ipocritamente si sono affrettati a dissociarsi, dicendo che forse il Concertone è ormai superato e che è tempo di pensare ad altro, dimenticando però che oltre la trovata dei quattro ragazzi abruzzesi, il bilancio delle forze dell’ordine al termine della manifestazione pro lavoro in piazza S. Giovanni registrava 61 arresti e 25 denunce per droga, furti e altri reati, che non hanno niente a che vedere con i diritti dei lavoratori. Da parte della Chiesa non sono mancate le giuste proteste, a cominciare dal Cardinal Vicario, Agostino Vallini, in giù. Del resto siamo ben oltre la sconvenienza e il cattivo gusto. Questa è blasfemia bella e buona. Del tutto ignaro del panorama della musica rock, sono andato a vedere chi sono i Management del Dolore Post Operatorio. Sul loro sito dicono di non accontentarsi di essere “alternativi”. Il loro modo di far musica è “la soluzione all’inconveniente di essere nati …  hanno indossato le vesti del giullare per ridere e sputare!”. Sono sopravissuti prima ad un incidente d’auto e poi alla mala sanità italiana. La presentazione si conclude con un: “che siano maledetti!”. A proposito della loro esibizione del 1° Maggio, dicono che era loro intenzione “far riflettere sulle grandi sofferenze e ingiustizie della vita”. Insomma un mix di rabbia e di autolesionismo al limite del suicidio, per ora per fortuna soltanto culturale, davvero sconcertante, anche perché l'abbinamento sesso-Eucarestia è un derivato di chiara matrice satanica. Chi avesse dei dubbi, si legga Fuggita da satana, PIEMME 2007, di cui conosco personalmente la protagonista. Sono dei “segni” che manifestano, a mio parere in modo inequivocabile lo spirito dei tempi che stiamo vivendo e che richiedono a tutti gli uomini di buona volontà una reazione morale e spirituale molto più forte della semplice dissociazione o di una pur drastica condanna.
don Marco Belladelli.

 

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