venerdì 27 gennaio 2012

SEGNI DELLO SPIRITO/ Febbraio-Marzo 2012


 Ancora martiri cristiani
Boko Haram… chi era costui? viene da dire alla maniera di don Abbondio che si interrogava circa l’identità del filosofo greco Carneade. Boko Haram è un nome a cui purtroppo dovremo fare l’abitudine, per la frequenza con cui in questi primi giorni del 2012 è salito alla ribalta delle cronache. Così infatti si chiama il gruppo terroristico, legato ad al Qaeda, responsabile degli attentati contro i cristiani durante la celebrazione della S. Messa nel giorno di Natale, lo scorso 25 Dicembre in Nigeria, con 110 morti, senza contare i numerosi feriti. Quest’anno i terroristi non si sono limitati ad attentati nelle solite città delle regioni settentrionali del paese africano, dove la frequenza di questi vili atti è quasi quotidiana, ma hanno colpito anche la chiesa di Santa Teresa nella capitale, Abuja, causando la morte di 35 persone e il ferimento di 50. Questo gruppo terroristico, attivo dal 2002, si propone di imporre la shari’a, cioè la legge islamica derivata dal Corano, in tutto il paese, incominciando dal nord a maggioranza islamica. Il 2 Gennaio scorso hanno lanciato un ultimatum contro i cristiani, perché entro tre giorni abbandonassero le regioni settentrionali del paese. Non avendo ottenuto soddisfazione alle loro richieste, hanno scatenato una nuova serie di attentati con altre decine di morti. Dietro questa falsa guerra di religione, si nascondo antichi odii tribali e nuovi interessi economici. La Nigeria conta 160 milioni di abitanti e oltre ad essere il paese più popoloso dell’Africa, è anche il maggiore produttore di petrolio di tutto il continente. Una ricchezza di cui soltanto le briciole viene suddivisa tra la popolazione, e che da decenni è all’origine di una conflittualità che sembra non aver mai fine, né confine. Coloro che più di tutti pagano le conseguenze più gravi di questa violenza senza quartiere sono i cristiani, diventati facili bersagli, quando inermi si raccolgono pacificamente nelle chiese per le loro celebrazioni.
Purtroppo le persecuzioni contro i cristiani non si fermano alla Nigeria. In un recente rapporto del Pew Forum, pubblicato dall’ “Economist”, risulta che il XXI secolo sia iniziato nel segno dei “leoni” e delle “catacombe” come nel secondo e terzo secolo d. C. Oggi i cristiani sono due miliardi e 200 milioni e poiché aumentano di numero soprattutto nelle aree geografiche più calde del pianeta, cresce di pari passo anche il numero dei fedeli di Gesù vittime di violenze. In Iran e in Pakistan molti battezzati sono nel braccio della morte, accusati di apostasia e blasfemia per aver abbandonato l’Islam. In Indonesia, il paese più mussulmano del mondo, con molta frequenza vengono attaccate o chiuse delle chiese. In Iraq, dopo lo scoppio della guerra sono fuggiti due terzi della popolazione cristiana. Anche in Egitto e in Siria lo zelo mussulmano minaccia di far scomparire una presenza antica, che risale ai tempi apostolici. Ma non è solo l’Islam a minacciare il Vangelo. In Cina e in Vietnam sono i regimi comunisti, in India sono i fondamentalisti indù, mentre in Israele è lo stesso governo ad invadere le proprietà della Chiesa per impedire la crescita e lo sviluppo delle comunità cristiane. Anche quando non abbiamo a che fare con vere e proprie guerre di religione, o con le violenze terroristiche, come nel caso della Nigeria, le brutalità usate contro i cristiani non sono meno mortificanti, e comunque sempre finalizzate al loro allontanamento. Nel tradizionale discorso d’inizio anno al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Benedetto XVI è tornato a denunciare questa grave situazione, non mancando di sottolineare che anche là dove la Chiesa oggi non è perseguitata né discriminata, come per esempio in Occidente, viene comunque emarginata, dileggiata e derisa per i suoi principi etici e per l’affermazione dei cosiddetti valori “non negoziabili” della vita umana. Anche se l’Occidente non considerasse più una priorità difendere il Cristianesimo nel mondo, deve riflettere sul fatto che la negazione del diritto alla libertà religiosa va sempre di pari passo con la persecuzione di qualsiasi minoranza. Nonostante tutto, non c’è ragione per farsi intimidire, perché, come diceva Tertulliano, il sangue dei Martiri è seme di nuovi Cristiani.
don Marco Belladelli. 

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