venerdì 3 febbraio 2023

Il Vangelo della salute del 05/02/2023.

Tiziano, Gesù (particolare), 1553, Madrid. 

V Domenica del tempo Ordinario “A”

Voi siete la luce del mondo.

dal vangelo secondo matteo, (mt 5, 13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a

tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore.
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Il brano di oggi fa parte del cosiddetto “discorso della montagna”, introdotto dalle beatitudini. Posto all’inizio del ministero pubblico di Gesù, si tratta di una raccolta redazionale di Matteo nella quale viene presentata la novità del regno dei cieli rispetto alla giustizia fin qui richiesta dall’antico testamento. Se il primo sintetico annuncio della ‘buona novella’: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17), nella sua sinteticità poteva essere frainteso, la lunga e articolata esposizione dei capitoli 5°, 6° e 7°, che compongono il discorso, permette di comprendere la peculiarità del regno di Dio, esplicitandone i contenuti, il cammino da seguire, l’orizzonte e la meta da raggiungere.

Gesù non si confonde con uno dei tanti profeti del passato, ma non vuole nemmeno essere scambiato con un rivoluzionario iconoclasta che tutto distrugge per non cambiare nulla, o con l’imbonitore di turno che promette, illude e alla fine delude. Come abbiamo già detto, Gesù è il nuovo Mosè che per mezzo della sua Parola e della sua azione realizza la salvezza di Dio per l’uomo. La sua quindi non è una nuova filosofia, neppure una nuova dottrina morale e tanto meno una illusoria promessa di felicità, ma l’annuncio di una nuova vita, che si è resa visibile (cfr. 1Gv 1,2).  

L’inizio del discorso è particolarmente solenne (letteralmente: “aprì la bocca e li ammaestrava.” 5,2), è rivolto a tutti, universalmente valido per ogni uomo e donna, di ogni tempo e luogo, e suscita ammirazione nei suoi uditori (cfr. 7,28). Tutta la sua attenzione è incentrata su chi, oggi come ieri, lo ascolta, a cui propone di seguirlo per una “nuova esperienza di vita”, come hanno fatto i primi apostoli, mettendosi in gioco totalmente, senza riserve, per avere il centuplo, cioè la vita vera e definitiva.

Se Gesù è la luce che squarcia le tenebre (cfr. 4,12ss), lo sono anche i suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo”, espressione anticipata da un’altra immagine: “Voi siete il sale della terra”. IlVoi” a cui si rivolge sono gli stessi a cui ha detto:beati!”, cioè voi poveri, afflitti, miti, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati di giustizia, insultati e perseguitati per causa mia. Paradossalmente, prima ancora di dire che cosa si deve fare per diventare suoi  discepoli, Gesù dice: “beato, sale della terra e luce del mondo a chi semplicemente si è avvicinato soltanto per ascoltarlo. Non si è mai raggiunti per caso dall’annuncio del regno di Dio e di fronte alla Parola di Dio non si è mai dei semplici ascoltatori curiosi o occasionali, ma nel momento in cui “ascoltiamo”, siamo già dei ‘discepoli’. In questo ascolto c’è già una risposta, tanto da essere identificati tra coloro che danno sapore e luce a questo mondo. L’ascolto è già evento di salvezza, è già manifestazione del regno, è già comunione con Dio.

Nell’immagine del sale che perde il sapore viene evocato il rischio dell’infedeltà umana, che rende tutto inutile ai fini del regno. Una situazione che ci interroga: come facciamo oggi a dare sapore e illuminare questo nostro momento storico? Se cerco di vedere chi sono oggi quei poveri, afflitti, miti, affamati di giustizia, misericordiosi, puri di cuore e via dicendo che rendono possibile la presenza di Dio in mezzo a noi, mi passano davanti agli occhi i volti di tante persone incontrate nella mia vita, soprattutto durante il ministero in ospedale, che hanno saputo umilmente amare, soffrire e lasciare questa mondo, credendo, sperando e completamente abbandonati a Colui che li ha amati fino al sacrifico della croce. Sono loro “il sale della terra”, sono loro “la luce del mondo”, sono loro i veri testimoni (martiri) del risorto, che evitano all’umanità il pericolo del precipitare nell’abisso della perdizione, dove anche tanti di noi rischiano di cadere per il loro egoismo, tentati dalla ricchezza, dal piacere, dal potere e percorrendo le solite “strade che non portano mai a niente”, come diceva una famosa canzone degli anni sessanta. Se oggi, nell’ascolto della Parola e nella celebrazione dei santi misteri, abbiamo assaporato nel nostro cuore la gioia per l’annuncio di questo evento di salvezza per noi e per il mondo, mettiamoci seriamente al seguito del Signore Gesù, perché vedendo nelle nostre buone opere la luce e il sapore del Vangelo, gli uomini del nostro tempo rendano anch’essi gloria al Padre che è nei cieli.

Buona domenica!

don Marco Belladelli

 

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