sabato 9 gennaio 2021

Il Vangelo della salute del 10/01/2021

Pietro Perugino, Battesimo di Gesù, 1482, Cappella Sistina - Città del Vaticano. 

 Festa del Battesimo del Signore.

Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.

 Dal Vangelo secondo Marco  (1, 7-11)
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in

te ho posto il mio compiacimento». Parola del Signore.

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Con la festa del Battesimo di Gesù si conclude il ciclo delle celebrazioni natalizie. Come abbiamo già detto nel commento precedente, insieme con l’adorazione dei Magi e il miracolo di Cana questo evento fa parte della celebrazione della solennità dell’Epifania, nella quale la nascita del Salvatore viene manifestata al mondo. Nell’orizzonte della Pasqua il mistero dell’incarnazione trova il suo pieno significato e compimento nella prospettiva della redenzione universale. L’immersione di Gesù nelle acque del Giordano è infatti anticipazione e annuncio della sua morte e risurrezione e della Pasqua prossima ventura.

Gesù riceve il battesimo degli schiavi per riscattarli dalla schiavitù del peccato e della morte. Pur non avendo peccato, si fa solidale con tutti gli uomini peccatori, riceve la pienezza dello Spirito Santo per poter compiere la sua missione e beneficia del compiacimento del Padre per la sua piena disponibilità al  suo volere divino.

Secondo il racconto dell’evangelista Marco, il battesimo al Giordano è per Gesù la sua prima apparizione pubblica, il momento in cui gli viene manifestata e confermata la sua identità, così come lo aveva presentato lo stesso evangelista all’inizio del suo vangelo: “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1), per compiere la missione per la quale è stato inviato.

Come leggiamo nel testo che oggi la liturgia ci propone, Giovanni Battista aveva parlato del futuro Messia come di colui che sarebbe venuto dopo di lui, uno più grande di lui e che avrebbe agito (battezzato) nella potenza dello Spirito Santo.

Gesù arriva al Giordano insieme a tante altre persone che andavano a farsi battezzare dal Battista e vive un’esperienza che non ha eguali in nessun altro avvenimento della sua vita pubblica. Il linguaggio e le immagini sono quelle di una teofania, cioè di una manifestazione sensibile di Dio, come risulta dal “rompersi” (spaccarsi) dei cieli, dalla rappresentazione dello Spirito in forma corporea, come di una colomba, e dalla voce che risuona del cielo. Il loro significato rivela il mistero della persona di Gesù come “Figlio mio, l’amato” e della missione che è chiamato a compiere da questo momento in poi.

Al Giordano Gesù viene preparato a compiere l’opera della nostra salvezza e viene anticipata la vittoria di Dio contro il male. Oltre l’investitura messianica di Gesù, siamo di fronte anche ad una prima rivelazione dello stesso mistero della Trinità di Dio, primo e fondamentale mistero della nostra fede.

I pochi accenni di Marco sono sufficienti a farci comprendere le dimensioni e le implicanze di questo evento. I tre elementi teofanici, già citati e descritti, segnano l’inizio dei tempi messianici, che avranno come protagonista lo Spirito Santo, che agisce attraverso la persona del Messia. La festa del battesimo di Gesù ci offre l’opportunità di riflettere sul valore del nostro battesimo e della cresima, sacramenti per mezzo dei quali diventiamo pienamente partecipi di questa opera di salvezza, con i conseguenti impegni che ne derivano, e soprattutto del nostro rapporto con lo Spirito Santo, artefice primo e fondamentale della nostra vita di figli di Dio e di testimoni del Cristo risorto. Ci offre anche l’occasione di contemplare il Padre, il Figlio e lo Spirito e l’opera di salvezza compiuta da Dio a nostro favore.

Sono ancora pochi i cristiani che hanno scoperto e sperimentato quanto sia salutare e rigenerante per la nostra vita e per il suo equilibrio psico-fisico e spirituale aprire il cuore allo Spirito Santo, soprattutto attraverso la lode, la benedizione di Dio e l’esaltazione delle opere da Lui compiute in nostro favore. Già sento risuonare le voci che cantano inni al Signore …

Coraggio, amici, non stanchiamoci di conoscere e cantare le cose belle e buone che Dio quotidianamente ci dona e mette a nostra disposizione. Una rinnovata teofania della sua provvidenza e della sua misericordia. Buona Domenica!

don Marco Belladelli.

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