venerdì 5 luglio 2019

Il vangelo della salute del 07/07/2019


XIV Domenica del Tempo Ordinario, “C”
La vostra pace scenderà su di lui.
 Dal Vangelo secondo Luca  (10, 1-12. 17-20).
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». Parola del Signore.
 
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Dopo la risoluta decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme, dove avrebbe subito la passione, morte e risurrezione, una scelta che significa la piena accettazione della volontà di Dio Padre su di lui, Gesù manda settantadue discepoli in missione con il compito di precederlo per preparare il suo arrivo nelle città dove sta per recarsi. Prima di partire li istruisce su cosa fare e come comportarsi nel caso siano accolti o rifiutati.
La ragione della missione sta nella sproporzione tra le dimensioni della messe e il numero degli  operai: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai”. Una situazione che non è soltanto dei tempi di Gesù, o della prima Chiesa, ma ancora drammaticamente attuale. Pensiamo all’Asia, il continente più popoloso del mondo, dove i cristiani sono meno del 5% della popolazione. A questo si aggiunga la lenta e progressiva apostasia delle nazioni europee di antica tradizione cristiana. In Olanda per esempio i Cattolici sono circa il 10%, quando nell’immediato dopo guerra erano più del 40% con una pratica che superava il 90%. In molti paesi del nord Europa le chiese sono state vendute e trasformate in negozi, mercati, bar, ristoranti, teatri, gallerie d’arte o in strutture per altre forme di aggregazione laica e civile. In America invece, sia al nord che al sud, si deve fare i conti con la diffusione delle sette e con forme di sincretismo religioso che snaturano i contenuti della fede cristiana. Per non parlare poi dell’Africa dove la Chiesa è afflitta da gravi problemi sociali, politici ed economici, spesso causa di conflitti cruenti e sanguinosi. Ieri il Rwanda, oggi il Sudan, la Somalia, il Congo, la Nigeria e il Kenia, solo per citare le situazioni più note. Gli uomini e donne da evangelizzare superano i cinque miliardi, una vastissima quantità rispetto al numero dei missionari. Nonostante il trend positivo a livello mondiale, soprattutto in Europa il numero dei sacerdoti si è drasticamente ridotto. Anche nella mia Diocesi siamo tornati ai livelli di un secolo fa a fronte di una popolazione più che raddoppiata. Ecco perché dobbiamo pregare il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe.
Pregare per avere dei missionari vuol dire quindi pregare perché la Chiesa viva. Gesù l’ha costituita per mandarla. Il giorno in cui rinunciasse alla missione, sarebbe la sua fine. Ricordiamo il grido di Paolo: “Guai a me se non predicassi il vangelo!” (1Cor 9,16). Se invece cediamo alla tentazione di trasformarci in semplici amministratori, sulla falsa riga di un burocrate, come per un certo verso è già accaduto, siamo certi che non c’è futuro.
Gesù stesso riconosce che il compito non è facile: “Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Nonostante le difficoltà e le resistenze, che sempre si incontreranno, si deve continuare la missione, perché con essa si porta in dono la pace al mondo: “In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa”. La pace è il dono messianico per eccellenza, è dono dello Spirito e segno della presenza del regno di Dio in mezzo a noi. “Pace sulla terra agli uomini che Dio ama” (Lc 2,14) cantavano gli Angeli a Betlemme.
Ai missionari è raccomandato la sobrietà e il disinteresse. Essi devono rendere presente il regno di Dio con l’annuncio e con la cura dei malati.
Per chi rifiuta la missione c’è il gesto dello “scuotere la polvere”, anticipazione del giudizio di Dio, che sarà per loro più duro del castigo riservato a Sodoma e Gomorra. Non è in questione la misericordia di Dio. Il problema è la gravità del gesto del rifiuto. 
Luca ci dice pure che i discepoli tornarono pieni di gioia. L’annuncio del regno di Dio corrisponde con la fine del regno di satana. Gesù conferma la positività della loro esperienza per aver portato la salvezza all’umanità e aver contribuito alla sconfitta di satana: “Vedevo satana cadere dal cielo come una folgore ”. Ma ciò di cui devono maggiormente rallegrarsi è che i loro nomi “sono scritti nei cieli”, cioè il sapersi scelti da Dio, inviati da lui e collaboratori della sua opera di salvezza.
Una pagina di Vangelo quanto mai attuale, nella quale Gesù stesso indica i criteri del nostro essere cristiani e Chiesa, a cominciare dal sentirci mandati nel mondo come collaboratori di Dio e della sua opera di salvezza, dal vivere nel nostro ambiente con lo spirito di veri portatori di pace, contribuendo così a smascherare e a distruggere l’opera ingannevole e menzognera di satana. Papa Francesco fin dall’inizio del suo ministero ha spronato tutta la Chiesa alla missione, invitando tutti ad ‘uscire’ per andare incontro al popolo di Dio là dove vive la sua quotidianità. Buona Domenica! 
don Marco Belladelli.

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