venerdì 21 aprile 2017

Il Vangelo della salute del 23/04/2017.


Luca Signorelli, Incredulità di Tommaso, Cortona (AR).
II Domenica di Pasqua,
Festa della DIVINA MISERICORDIA – A
Otto giorni dopo, venne Gesù.
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI  (20, 19-31) La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso
, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore.

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La risurrezione di Gesù è avvenuta nel giorno dopo il sabato, giorno che noi oggi chiamiamo ‘Domenica’, cioè giorno del Signore. I primi Cristiani lo chiamavano anche l’ottavo giorno, il giorno senza tramonto nel quale ha inizio la nuova creazione dei “cieli nuovi e terra nuova” (Cfr. 2Pt 3,13; Ap. 21,1). Come è testimoniato nel brano del Vangelo di oggi, fin dai primi tempi i Cristiani hanno cominciato a riunirsi in questo giorno per fare memoria del Signore risorto, vivo e presente in mezzo a loro.
Commentando questa due apparizioni di Gesù agli Apostoli raccolti nel Cenacolo nel giorno di Pasqua e di nuovo otto giorni dopo, mi piace prendere le difese di Tommaso, passato alla storia come colui che non si fida della testimonianza altrui, ma vuole toccare con mano prima di credere alla risurrezione del Signore. Un’immagine, quella dell’ateo impenitente che vede la scienza come unica possibile chiave di lettura della realtà, figlia più alla cultura moderna positivista dei nostri tempi, che non alla realtà evangelica.
Il genere del racconto è appunto quello delle apparizioni di Gesù risorto, attraverso le quali Giovanni ci indica la via del riconoscimento del Signore, come percorso che conduce a fare esperienza del Cristo risorto, fino alla beatitudine per coloro che “non hanno visto e hanno creduto!”. Tommaso, in quanto apostolo, aveva il diritto (passatemi l’espressione!) di incontrare il Signore risorto. Come avrebbe potuto, infatti, annunciare autorevolmente il Cristo risorto insieme a tutti gli altri Apostoli, senza farne esperienza? Gesù risponde alla sua richiesta e appare di nuovo otto giorni dopo, per confermarlo nella fede della risurrezione. La testimonianza apostolica è il fondamento della beatitudine di coloro che non hanno visto, ma hanno creduto.
Per volontà di san Giovanni II, dal 1995 la II Domenica di Pasqua è diventata la Festa della Divina Misericordia.
Per volontà di san Giovanni II, dal 1995 la II Domenica di Pasqua è diventata la Festa della Divina Misericordia. Infatti possiamo leggere questo testo anche nella prospettiva della festa della Divina Misericordia. L’invito di Gesù a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”, rivela  che il cuore di Gesù è la fonte inesauribile della Misericordia divina che si riversa sulla terra, finché non avrà attirare tutti gli uomini a sé. L’acqua ed il sangue fuorusciti dal suo cuore squarciato dalla lancia sono simboli dei sacramenti della Chiesa. Tutte le volte che, entrando in chiesa mettiamo la nostra mano nell’acquasantiera per farci il segno della croce in ricordo del nostro battesimo, ripetiamo il gesto di Tommaso per attingere grazia su grazia dal quel costato ferito, e riconoscere nell’amore misericordioso di Dio che ci pervade il Cristo risorto: “Mio Signore e mio Dio!”. Ancora: “Buona Pasqua!”
don Marco Belladelli.

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