venerdì 3 dicembre 2010

40 anni di divorzio in Italia

Qualche anno fa, un amico divorziato da molto tempo, mi confidava che quando si trattò di votare x il referendum abrogativo della legge Baslini/Fortuna, quella che il 30/11/1970 introdusse il divorzio in Italia, aveva deciso per il suo mantenimento, perché era convinto che questo istituto fosse una vera soluzione alle difficoltà matrimoniali. Riflettendo poi a posteriori sull'esperienza, anche sulla sua personale, si era reso conto che il divorzio ha rappresentato un danno ancor più grave rispetto ai problemi a cui si pensava di porre rimedio.  Di la tua ...

4 commenti:

  1. Non tutte le esperienze di separazione sono uguali. Ci sono persone che quando finisce l'amore vivono il loro matrimonio con un susseguirsi di tradimenti, di liti astiose, perdendo il rispetto reciproco, rinunciano alla separazione e a vivere un seconda esperienza matrimoniale, rendendo la loro vita dolorosa, senza dignità.
    Alcuni cattolici, più cristianamente, scelgono di vivere da soli,in castità, ritrovando la pace persa spesso non per loro responsabilità.

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  2. Appunto, quando finisce l'amore? O meglio che cosa finisce davvero, quando usiamo questa espressione? Sentimenti, passione, emozioni, e via dicendo. E' questo l'amore che finisce? Non lo avevamo messo in conto che certe realtà potessero almeno affievolirsi? In quanti altri aspetti della nostra vita sentimenti passioni ed emozioni si sono avvievoliti, ma non per questo ci siamo dichiarati "finiti".
    La scelta poi della casta solitudine, cristianamente lodevole, non potrebbe essere l'alto prezzo che preferiamo pagare alle nostre rigidità in ambito relazionale/sessuale, piuttosto che ricercare ed aprirci ad altre modalità relazionali, in cui sia comunque presente la sostanza di un rapporto uomo/donna di tipo coniugale?
    Certo, convengo che non tutte le separazioni sono uguali. Questa diversità però, prima ancora che dalle particolari situazioni vissute dai soggetti, dipende dalla straordinaria capacità e possibilità, propria del 'fattore umano' di farsi "tutto a tutti", come dice S. Paolo. Per esempio: è curioso e significativo che sul piano della solidarietà e della carità siamo spesso disponibili a concessioni e sacrifici, mentre invece sul piano del "debitum" coniugale neghiamo risolutamente qualsiasi sforzo verso un percorso relazionale alternativo a quello che è andato in crisi.

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  3. E' vero, si mettono in conto dei cambiamenti, ma non quello di ritrovarsi nemici.
    Il problema è che il rapporto matrimoniale è formato da anima e corpo. Quando finisce l'amore, l'amore vero, che comprende affinità, attrazione, passione, l'impossibilità di stare lontani l'uno dall'altro ecc., il ritrovarsi nemici rende impossibile l'attuarsi del "debitum" carnale che ne è il completamento.
    Penso che se i coniugi hanno lo stesso modo di affrontare il problema matrimoniale, possono salvare a fatica la parte di amicizia, di solidarietà, di affinità residue, ma se affrontano la "crisi insanabile" in modo diverso non c'è altra soluzione che il divorzio. Soluzione che non permette più di accostarsi ai Sacramenti nel caso di un secondo matrimonio. La relazione amorosa in due case diverse per potere ricevere la Comunione dopo la confessione(a differenza di chi vive sotto lo stesso tetto)non riesco a comprenderla nella sua diversità.
    E' vero che per la carità, per la solidarietà, l'amicizia, ecc. siamo disposti a sacrifici, ma penso mettano in moto meccanismi,sentimenti e aspettative molto diversi, più tranquilli equilibrati e stabili rispetto al difficile rapporto a due.

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  4. Alcune domande su ciò che ha scritto l'ultimo anonimo amico/a.
    1. Che vuol dire "ritrovarsi nemici"? Capisco la forte delusione di non sentire più "affinità, attrazione, passione, l'impossibilità di stare lontani l'uno dall'altro ecc.". Addirittura, molto peggio quando ci si sente rifiutati per un altro/a. Ma da qui al dirsi nemici, mi pare che ci sia una bella differenza. L'inimicizia presuppone l'odio, e l'odio il desiderio di morte dell'altro. Tutti quelli che si separano passano automaticamente dall'amore coniugale all'odio? Se l'unico rimedio all'odio è il divorzio, benedetto divorzio!
    2. Tra gli elementi dell'esperinza amorosa (affinità/passione/attrazione ecc.) non vedo mai elencata la volontà. Se un uomo e una donna arrivano al matrimonio, non è per congiunzione astrale, ma perchè entrambi lo vogliono. Se poi il rapporto si logora è x volontà, magari in misura diversa, di entrambi. Quel "Sì" pronunciato davanti al prete o davanti all'ufficiale di stato civile lo hanno voluto entrambi. Quando e perchè non lo si vuole più?
    3. Il problema dei Sacramenti. Credo non sia il caso di farsi la guerra tra poveri. Come pure non credo sia valido il criterio: o tutti, o nessuno. E' comunque innegabile che su questo aspetto oggi nella Chiesa non si capisce più niente. Ognuno, a seconda anche del prete che incontra, si regola come vuole. Due sono gli aspetti alla radice della questione: a) la validità dei matrimoni; b)la facilità dei matrimoni. Visti i grossi problemi che oggi ci sono a livello relazionale, forse con troppa faciloneria si pensa di aver trovato di aver trovato l'uomo o la donna della propria vita. Da qui nasce la domanda: quando oggi un matrimonio è veramente tale dal punto di vista umano e religioso?

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