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Pinturicchio, Assunzione della B.V. Maria, 1489-91 - S. Maria del Popolo - Roma. |
Il
Vangelo della salute del 15 Agosto,
Solennità dell’Assunzione
della B. V. Maria,
S. Messa del giorno.
Grandi
cose ha fatto in me l'Onnipotente.
Dal Vangelo secondo Luca,
1, 39-56
In
quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda.
Entrata
nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il
saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta
fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne
e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio
Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il
bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora
Maria disse:
«L’anima
mia magnifica il Signore
e il
mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché
ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi
cose ha fatto per me l’Onnipotente
e
Santo è il suo nome;
di
generazione in generazione la sua misericordia
per
quelli che lo temono.
Ha
spiegato la potenza del suo braccio,
ha
disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha
rovesciato i potenti dai troni,
ha
innalzato gli umili;
ha
ricolmato di beni gli affamati,
ha
rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha
soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi
della sua misericordia,
come
aveva detto ai nostri padri,
per
Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria
rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore.
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Nella solennità dell’Assunzione di Maria la nostra riflessione si articola in tre punti: il significato e il valore della celebrazione odierna, le conseguenze che ha per noi uomini e infine l’importanza della sua intercessione in nostro favore. Come dice la liturgia, Maria dopo la morte non ha conosciuto “la corruzione del sepolcro” (prefazio), ma è passata subito alla beatitudine del paradiso. Con l’assunzione di Maria in cielo in anima e corpo, la Chiesa celebra la sua piena e totale partecipazione al mistero del Figlio. Come è stata unita a Gesù nel momento della nascita e della passione, così lo è anche nella gloria. La gloria di una persona è il segno della sua grandezza. Oggi conosciamo e contempliamo senza più nessun impedimento “la pienezza di grazia” di cui Dio l’ha colmata fin dal suo concepimento, la fede con cui ella ha accolto questi doni e la missione che ha svolto, in forza di essi, cioè il suo libero assenso a vivere totalmente unita al Figlio, in un modo unico e perfetto, per la salvezza dell’umanità intera.
La liturgia esalta
Maria come “primizia e immagine della
Chiesa” e “segno di consolazione e di
sicura speranza” (prefazio). La festa dell’Assunzione è infatti soprattutto
nel segno della Speranza cristiana che alimenta in noi la certezza delle
promesse divine. Pensare al paradiso, desiderarlo, vivere orientati alle realtà
ultime fa bene a tutta la nostra vita! Non è una fuga dal mondo, ma ci rende
più liberi e più capaci di dare tutto, fino in fondo, perché questo mondo
assomigli sempre più al regno di Dio. E’ l’unico modo per vincere la paura
della morte, il vero grande tabù di tutti gli uomini. E se è vero che siamo
inesorabilmente in cammino verso di essa, è altrettanto vero che soltanto
passando attraverso di essa raggiungeremo la beatitudine eterna. Come dice s.
Paolo nella II lettura della liturgia della vigilia: “Quando poi questo corpo
corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità” (1Cor 15,54), la nostra vita è dunque un viaggio verso
l’incorruttibilità e l’immortalità. Insieme con Maria
guardiamo fiduciosi al nostro futuro, nel quale è preparato anche per noi una
gloria proporzionalmente identica a quella della Beata Vergine. Immortalità e
incorruttibilità riguardano anche il nostro corpo, la dimensione più fragile del
nostro essere, eppure nessuno di noi può pensarsi al di fuori di esso. Che cosa
non si fa per questo povero corpo, destinato alla corruzione del sepolcro,
perché duri il più a lungo possibile e sia prestante e gradevole per noi e per
gli altri. Questo è l’annuncio sconvolgente presente nella celebrazione di
oggi: chi lo consegnerà alla gloria imperitura dell’immortalità non sarà la
perizia del bisturi del chirurgo estetico, ma la ‘grazia’ di Dio. Niente va perduto di quanto Dio ha creato, nemmeno
la realtà tanto pesante e contraddittoria della nostra corporeità, per noi
occasione di grandezza e di miseria, ma luogo di presenza divina in noi. Un
tema su cui si dovrebbe meditare a fondo. E per finire, che ci sta a fare Maria
in Paradiso? Non è una padrona di casa, che si intrattiene in piacevole
conversazione con gli ospiti di turno nel salotto buono di casa. Il suo essere
“primizia” significa che la sua
missione non è finita. Come può una Madre stare tranquilla finché non vede
tutti i suoi figli al sicuro? Così è Maria. Noi sappiamo che non possiamo
farcela da soli, abbiamo bisogno dell’aiuto di Dio. Ella sta presso Dio
appositamente per intercedere, giorno e notte, per ciascuno di noi. Che cos
significano le sue apparizioni e i relativi messaggi, che soprattutto in questi
ultimi due secoli hanno costellato la storia dell’umanità? Sono il segno di
questa sua sollecitudine materna, perché nulla vada perduto (cfr. Gv 6,12). La
devozione a Maria è per noi come una marcia in più di fronte alle difficoltà
del vivere, soprattutto di questi ultimi tempi, nel nostro cammino di fede
verso la salvezza. Allora con S. Elisabetta anche noi gridiamo: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo
grembo! … E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del
Signore.”. Buona festa dell’Assunta, dovunque voi siate!
don Marco Belladelli.
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