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Jan Vermeer, Gesù a Betania, 1656 - Edimburgo |
XVI Domenica del Tempo Ordinario, “C”.
Marta lo accolse nella sua
casa.
Maria ha scelto la parte migliore.
Dal Vangelo secondo Luca (10,
38-42).
In quel tempo, mentre erano
in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore,
ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
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Oggi Gesù fa tappa a Betania, in casa di Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro, colui che Gesù farà tornare in vita prima della sua passione (cfr. Gv 11). Ai tre fratelli dobbiamo aggiungere la più piccola, Maria Maddalena, che prima della conversione viveva da sola a Magdala, luogo da cui ha preso il nome. E’ Giovanni, l’evangelista, a darci queste informazioni. Sappiamo pure che Betania era un villaggio distante poche miglia da Gerusalemme. Questo non significa che siamo ormai prossimi al traguardo del nostro viaggio, a conferma che il ‘viaggio’ è prima di tutto il contenitore per un percorso di formazione dei discepoli. Il racconto di Luca si concentra su Marta, tutta presa dalle faccende di casa, mentre Maria è seduta ai piedi di Gesù per ascoltarlo. Dopo il rifiuto dei Samaritani e le insidie del dottore della legge, ecco un esempio di accoglienza e di ascolto, atteggiamenti che devono caratterizzare il cuore e l’anima del vero discepolo del regno di Dio.
Gesù si
comporta secondo le indicazioni date da lui stesso ai 72 discepoli: “Restate in quella casa, mangiando e bevendo
di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non
passate da una casa all’altra.”. In quella casa egli annuncia: “E'
vicino a voi il regno di Dio” e molto probabilmente avrà anche curato
i malati che vi ha trovato. Nonostante Gesù fosse spesso ospite di
Lazzaro, ogni volta la sua presenza metteva in agitazione Marta, che desiderava offrire al caro amico tutto il
meglio possibile. Del resto, come ci insegna la 1°lettura, l’ospite è Dio
stesso. Abramo, che accoglie i tre misteriosi personaggi venuti ad annunciare
la nascita di Isacco, coniuga il paradigma dell’accoglienza. All’inizio Abramo
è descritto seduto all’ora di mezzogiorno all’ingresso della propria tenda in
una posizione di vantaggio e di sicurezza rispetto ai tre che avanzano verso di
lui, provati dalla fatica del viaggio e dalla calura del sole. Alla fine i
misteriosi personaggi sono descritti seduti all’ombra, dopo essersi lavati e
rifocillati dal pasto preparato e offerto loro gratuitamente da Abramo, che ora
sta in piedi davanti a loro come un servo. Questo mettersi in gioco fino a
capovolgere le parti ci insegna ad accogliere l’ospite più importante della
nostra vita, Dio. Come diceva san Benedetto: hospes ut Christus,
l’ospite è come Cristo. Così si spiega anche l’affannarsi di Marta.
Sull’esempio di Abramo e di Marta, dobbiamo schiodarci dal nostro egocentrismo
per mettere Dio al centro della nostra vita, fino a scoprirci a nostra volta
ospiti suoi, come lo sono stati i nostri progenitori nel paradiso terrestre, come
di fatto lo siamo ancora su questa terra e come lo saremo alla manifestazione
del suo regno.
L’ascolto
di Maria allora non è un semplice atto di cortesia verso il gradito ospite, o
l’espressione di un interesse. La sua postura: “seduta ai piedi di Gesù,
ascoltava la sua parola”, tradisce l’atteggiamento del discepolo
in ascolto di Dio stesso che le parla,
sull’esempio di Maria, la madre di Gesù: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me
secondo la tua parola”
(Lc 1,38). Qparte
migliore (buona) che non le sarà
tolta”, cioè pensare alla propria salvezza, accogliendo la parola di
Gesù, è molto più importante della umanamente generosa ed impeccabile accoglienza di Marta, tanto che
Gesù definisce l’ascolto come l’unica “cosa di cui c'è bisogno”. Non c’è
fede senza l’ascolto assiduo e frequente della Parola di Dio. Come diceva san
Girolamo, l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo. Nel suo
grande amore Dio parla a noi come con degli amici (Dei Verbum 2) . Per mezzo di
Gesù Dio parla al nostro cuore per attirarci a sé, perché ritroviamo la strada
che conduce alla casa del Padre. Il
nostro rapporto con Dio comincia sempre dall’ascolto per evolversi in
una vera accoglienza. Nell’ascolto umile e fedele apriamo il nostro cuore a Dio
per diventare suoi veri discepoli.
Buona
Domenica!
don Marco Belladelli.
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