venerdì 30 agosto 2019

Il Vangelo della salute del 01/09/2019

Andrej Rublev, Volto del Redentore, 1410, Galleria Tretjakov, Mosca. 
XXII Domenica del tempo Ordinario “C”
Chi si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal Vangelo secondo Luca  (14, 1. 7-14).
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”.

Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
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Nonostante la forte conflittualità nei confronti dei farisei, anche tra di loro Gesù ha degli estimatori. Uno di questi lo invita a pranzo in giorno di sabato. Il sabato è il giorno del riposo e dell’incontro con Dio, giorno in cui gli Ebrei vanno in sinagoga per pregare, per ascoltare la Parola di Dio e si astengono da ogni lavoro. E’ il giorno della festa e del rinnovamento spirituale, reso ancora più solenne dalla presenza di Gesù.  
Prima del pranzo, circondato dal silenzio ostile dei dottori della legge e degli stessi farisei, Gesù aveva guarito un idropico. Ecco perché tutti “stavano ad osservarlo”, come se si aspettassero qualche altro gesto clamoroso contro la legge del sabato. Gesù a sua volta osservava la corsa degli invitati ad occupare i primi posti, i posti migliori. Un incrocio di sguardi che tradisce la diversa intenzionalità di Gesù e dei suoi detrattori, da cui scaturisce l’insegnamento evangelico odierno.
Tra le accuse mosse a Gesù dai farisei c’era quella di essere un profanatore della Legge e delle tradizioni antiche, senza offrire in cambio nulla di altrettanto valido. Ragioni che vanno ad aggiungersiestimatorisurdi muovevano i farisei nei confronti di Geù:  al rifiuto pregiudiziale di accogliere l’annuncio del regno di Dio.
Oggi siamo noi a muovere accuse e i rimproveri contro Gesù per averci rivelato un Dio che non ci soddisfa, per come va il mondo, per tutte le ingiustizie che quotidianamente in esso si compiono senza soluzione di continuità, per la Chiesa, per la sua fragilità e contro testimonianza e per tante altre cose assolutamente inaccettabili per l’uomo di oggi. Accuse trasformatesi nel tempo in una marginalità per tutto ciò che è religioso, per salvaguardare il vero sviluppo e progresso che viene dalla promozione della cosiddetta cultura dei diritti umani. Poi però nelle difficoltà lo vorremmo vicino, pronto a intervenire alle nostre necessità … .
Con tutto ciò, non ci accorgiamo dello sguardo di Dio, per il quale siamo come un libro aperto e al quale nulla sfugge della nostra misera condizione. Spesso neanche la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio riescono a renderci consapevoli che siamo commensali di Gesù. Quando ci esorta a metterci all’ultimo posto, il problema che Gesù intende affrontare non è tanto quello del ritenersi superiori o inferiori agli altri, ma quello della necessaria l’umiltà, unico atteggiamento che dispone l’uomo all’incontro con Dio. Come canta Maria nel Magnificat, Dio è Colui che ha guardato all’umiltà della sua serva, Colui che esalta gli umili ed abbatte i superbi.
Il “chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato” è legge della Chiesa, nella quale si vive sempre alla presenza di Dio. Spetta a Lui scegliere chi deve stare avanti e chi invece deve cedere il posto, e non agli uomini con le loro prevaricazioni della sua volontà.
Anche la seconda parabola su chi invitare alla propria tavola è rivelatrice dell’agire di Dio. Questo banchetto fatto di “poveri, storpi, zoppi, ciechi” non è altro che un immagine delle nostre Eucaristie domenicali, alle quali siamo invitati proprio per sopperire alle nostre debolezze, povertà, fragilità e infermità. E beati noi se avremo accolto l’invito di sedere alla sua mensa con il Signore e se a forza di sederci a questa mensa avremo imparato a riconoscerci poveri, storpi, zoppi e ciechi  e ad essere umili come Maria, imparando a scegliere l’ultimo posto. Buona Domenica! 
don Marco Belladelli.


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