sabato 16 marzo 2019

Il Vangelo della salute del 17/03/2019

Paolo Veronese, La Trasfigurazione, 1555-56, Montagnana (PD). 
II Domenica di Quaresima “C”.
Mentre Gesù pregava, il suo volto cambio d'aspetto.
Dal Vangelo secondo Luca  (9,28b-36).
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Parola del Signore. 

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Come va la nostra Quaresima? Siamo più attenti alla nostra vita spirituale? Concediamo più tempo alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio o a qualche altra forma di riflessione che ci aiuti ad essere più consapevoli e responsabili della nostra identità cristiana? Abbiamo scelto l’impegno penitenziale di rinuncia e carità da rispettare durante questo tempo? Il nostro credito offerto al Dio misericordioso attraverso le opere di penitenza consigliate dalla Chiesa, preghiera, digiuno ed elemosina, ci aiuterà ad essere più misericordiosi.  
La seconda Domenica di Quaresima ci propone sempre il racconto della trasfigurazione, Quest’anno Luca mette in evidenza dei particolari molto interessanti, come per esempio il fatto che Gesù si trasfiguri mentre è raccolto in preghiera e il contenuto del dialogo con Mosè ed Elia: “parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme”, cioè della sua prossima passione, morte e risurrezione. La trasfigurazione dunque ha a che fare con la Pasqua e va compresa in questa prospettiva.
Anche Gesù, che era Dio come il Padre e lo Spirito Santo, pregava. Spesso Luca nel suo vangelo ci parla delle sue notti passate in preghiera. Nella trasfigurazione ci svela quello che probabilmente accadeva molto spesso. Nell’intensa comunione con Dio, la sua umanità era totalmente compenetrata dalla realtà divina, fino ad esserne “trasfigurata”.
Anche per noi, il raccoglimento nella preghiera davanti a Dio non si esaurisce in un mero fatto di prossimità fisica, affettiva e morale, come può essere l’incontro con qualsiasi altra persona, ma interessa le dimensioni più profonde del nostro essere. Quando preghiamo, tra anima e corpo viene a stabilirsi una relazione simile a quella di Gesù nella trasfigurazione. Il fatto che da parte nostra non si percepisca lo stesso fenomeno di luminosità e splendore, non significa che la cosa non sia reale.
La preghiera del cristiano non è quindi la semplice espressione di un sentimento religioso, ma per la mediazione di Gesù, essa diventa vera e propria comunione di vita con Dio, dalla quale riceviamo energia di Bene e luce di Verità per essere capaci ogni giorno di fare come Gesù la volontà del Padre fino al sacrificio della croce, di cui ha parlato con Mosè ed Elia.
Contrariamente a quanto affermato dal demonio nel racconto delle tentazioni, che abbiamo ascoltato Domenica scorsa (cfr. Lc 4,5s), in Gesù trasfigurato noi contempliamo il vero Signore dell’universo, che per noi è andato sulla croce e ha vinto la morte, al quale va il nostro atto di adorazione più totale.
La trasfigurazione è accompagnata anche da una voce dal cielo che ordina in modo perentorio a tutti di ascoltare il Signore Gesù: “Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo”.
Oggi ascoltare Gesù significa ascoltare il suo Vangelo nel quale risplende per noi la luce di una vita immortale, la luce della vera vita. Ecco la ragione della nostra penitenza quaresimale, appropriarci di questa vita a qualsiasi costo, come i tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni,  presenti all’evento della trasfigurazione, così profondamente colpiti da ciò a cui avevano assistito, da non volersi più staccare da quel luogo. 
Buona Quaresima!
don Marco Belladelli.

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