giovedì 15 gennaio 2015

Il Vangelo della salute del 18/01/2015

Ottaviano Vannini, Ecco l'agnello di Dio, sec. XVII.
II Domenica del tempo Ordinario “B”
Videro dove dimorava e rimasero con lui
 Dal Vangelo secondo Giovanni  (1,35-42) 
In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?».

Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
Parola del Signore.
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Terminate le celebrazioni natalizie con la festa del Battesimo di Gesù, siamo entrati nel tempo Ordinario, in attesa della Quaresima che inizierà il 18 Febbraio prossimo, Mercoledì delle Ceneri.
Il brano del Vangelo di questa Domenica ci prepara al ministero pubblico di Gesù. Il testo di Giovanni si apre con la testimonianza del Battista che indica ai suoi discepoli Gesù come “l’agnello di Dio”, perché su di lui aveva visto posarsi lo Spirito Santo (cfr Gv 1,32).
Apparentemente sembra un Gesù “privato”, che si aggira tra gli ammiratori del Battista come un qualsiasi signor nessuno e che riceve a casa sua coloro che saranno i suoi primi apostoli come degli amici. Molto probabilmente invece Gesù era già conosciuto dalla folla, anche se non aveva mai incontrato personalmente il Battista, perché come lascia supporre l’episodio raccontato in Mt 11,2ss, la prima parte del ministero pubblico di Gesù si sovrappone all’ultimo periodo della predicazione del Battista, che si chiuderà con l’arresto da parte di Erode e il successivo martirio.
L’espressione usata dal Battista richiama l’immagine messianica dell’agnello condotto al macello di Isaia (cfr 53,7). I due discepoli, Giovanni e Andrea, che su indicazione del Battista, hanno seguito Gesù e “videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui”, quando affermano di aver trovato il Messia promesso e tanto atteso, confermano la testimonianza del Battista. Andrea, quando parla al fratello Simone dell’esperienza vissuta, è molto esplicito: “Abbiamo trovato il Messia”.
Insieme con loro, lo abbiamo trovato anche noi. E siamo qui per imparare a stare con lui. La persona di Gesù ci mette in rapporto con Dio stesso. Attraverso Gesù Dio parla a noi uomini come con degli amici (cfr Dei Verbum 2). Per intrattenersi con noi, Dio ha scelto la forma affettuosa dell’amicizia. Durante il suo ministero Gesù ne ha fatto il modello di ogni suo rapporto con uomini che ha incontrato, anche quando si paragona al maestro, al medico, al pastore e via dicendo.
Il dono della salvezza è prima di tutto uno stare amichevole con Dio, che poi si trasforma in un’azione missionaria e apostolica di annuncio ed inaugurazione del regno di Dio in parole ed opere. La fede cristiana è l’esperienza dell’essere amici di Dio. L’essenza dell’amicizia consiste nella gioia dello stare insieme all’altro per se stesso, oltre ogni interesse di qualsiasi natura e genere. Facciamo nostro il canto della Liturgia delle ore che esulta: “Beati i vostri occhi che vedono il Cristo e i vostri orecchi che ascoltano la sua parola (Ufficio delle letture della II Domenica).
Il tema della fede come amicizia con Dio meriterebbe ben altro approfondimento. Mi accontento di averlo evidenziato. Ricordando le parole di Gesù durante l’ultima cena. “Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando” (Gv 15,14), accogliamo per mezzo dell’Eucaristia questa condizione e anche noi sapremo riconoscerlo, incontrarlo, stare con Lui, ascoltarlo, parlare con Lui e testimoniarlo a chi ci sta accanto, come ha fatto il Battista con i suoi discepoli.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.

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