mercoledì 16 ottobre 2013

Il Vangelo della salute del 20/10/2013

 
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Sulle strade del mondo
XXIX Domenica del tempo Ordinario “C”
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui
 Dal Vangelo secondo Luca  18,1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Parola del Signore.

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Al cap. 18 di Luca inizia la terza ed ultima tappa del nostro viaggio verso Gerusalemme. Come ho più volte ripetuto si tratta di un percorso formativo per il discepolo e per tutta la Chiesa, di ieri e di oggi. Questa ultima parte è caratterizzata principalmente da due temi che riguardano il futuro della nostra vita di uomini e di credenti: la realizzazione del Regno di Dio nella storia e la venuta finale del Figlio dell’uomo. In termini più propriamente teologici, parliamo di prospettiva e di dimensione escatologica del cristianesimo, cioè l’attualità delle promesse del Signore e la tensione verso la loro piena realizzazione. Per dirlo con altre parole, nella nostra vita quotidiana già beneficiamo della salvezza che Gesù ha realizzato e nello stesso tempo siamo in cammino verso il suo pieno compimento, quando “Dio sarà tutto in tutti” (1Cor 15,28). La preghiera è l’esperienza spirituale nella quale più di ogni altra realtà viviamo la dimensione escatologica della nostra fede. Prendiamo ad esempio il “Padre nostro”. Quando diciamo “Venga il tuo regno!” vuol dire che conosciamo e sperimentiamo presente a noi questa realtà,  per questo ne imploriamo la piena realizzazione per noi, per la Chiesa e per tutta l’umanità.
La parabola che oggi la liturgia ci presenta va compresa secondo questa particolare prospettiva. Un’altra unicità di Luca. Una povera vedova chiede tenacemente e insistentemente giustizia a un giudice senza scrupoli, che pur determinato a non darle udienza, alla fine infastidito la esaudirà. E Gesù commenta: “E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente”. Prima di queste parole, Gesù richiama la nostra attenzione sul ragionamento del giudice “Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto”, perché non abbiamo dubbi che Dio è molto meglio di questo magistrato disonesto e che anche noi siamo molto più fortunati di quella della povera vedova.
La parabola ci offre due insegnamenti complementari. Prima di tutto la rivelazione di questa particolare disponibilità di Dio verso “i suoi eletti che gridano giorno a lui”. Poi l’esortazione a pregare senza mai stancarci, secondo l’esemplare tenacia della povera vedova. Come dice Gesù all’inizio: “é necessario pregare sempre, senza stancarsi”, perché Dio è sollecito nel soccorrere chiunque si rivolga a Lui. Nella preghiera c’incontriamo con Dio e ci uniamo a Lui. In questa comunione Dio ci dona la sua grazia, ci fa conoscere il suo disegno di salvezza per ciascuno di noi e ci aiuta  ad accoglierlo oltre le nostre richieste, i nostri desideri ed le nostre attese. A noi la pazienza di verificare nella realtà la verità di questo messaggio della parabola. Lo dico anche per esperienza personale.
Il brano si conclude con lo strano interrogativo di un Gesù allarmato, apparentemente fuori luogo: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Se consideriamo i tempi che corrono, ci rendiamo conto che il dubbio di Gesù non è poi così tanto campato per aria. Molti vivono di fatto come se Dio non esistesse. Pensiamo poi alle difficoltà che oggi come cristiani abbiamo per trasmettere la fede alle giovani generazioni, soprattutto in famiglia.
Non è questo il luogo e il momento per approfondite analisi pastorali. Gesù ci dice che una cosa fondamentale: per vivere di fede c’è bisogno di una preghiera fatta con cuore aperto e senza stancarci, così come ha fatto la povera vedova che andava insistentemente a chiedere giustizia, convinta, prima o poi, di essere esaudita.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.


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