sabato 20 aprile 2013

LA VOCE DI MANTOVA/86

Papa Francesco un mese dopo
Con qualsiasi persona incontrata in questo periodo, immancabilmente il discorso è caduto sullo straordinario gradimento che sta riscuotendo il nuovo Pontefice. A poco più di un mese dalla sua elezione e dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco continua a riempire le piazze e ad essere al centro delle cronache per tanti episodi che lo differenziano da tutti i suoi predecessori.
Come per esempio la decisione di vivere presso la casa Santa Marta e non nell’appartamento papale, e tanti altri particolari che non sfuggono all’occhio fin troppo curioso dei media. Da tempo immemorabile non si era vista una piazza San Pietro tanto affollata, non soltanto nel giorno di Pasqua, ma anche nei normali appuntamenti settimanali, le udienze del mercoledì e gli ‘Angelus’ festivi. Mi è stato detto che da qualche settimana alla mezzanotte del Sabato anche da Mantova parte un pullman con destinazione Roma per portare i fedeli a ricevere la benedizione domenicale del Santo Padre. Si raccontano poi storie simili a quasi improvvise conversioni di persone da tempo lontane dalla Chiesa. Per esempio, famiglie intere per nulla praticanti che nel giorno dell’elezione del Papa, quando dalla loggia della basilica vaticana ha invitato tutti a pregare con lui, si sono unite nella preghiera davanti al televisore. Il 19 Marzo, un ragazzo di diciassette anni, pure lui religiosamente indifferente, ha costretto la madre ad accompagnarlo notte tempo in piazza San Pietro per partecipare alla S. Messa di inizio pontificato. Non sono leggende metropolitane. Dei casi citati potrei riportare nomi e cognomi. Una recente indagine del CENSUR rileva poi un aumento del numero delle confessioni. Senza sottovalutare questi fenomeni, che potremmo classificare come un effetto Francesco sul mondo, ciò che più interessa del nuovo Papa è il suo pensiero e le sue scelte con le relative conseguenze. Secondo il Cardinale di Cuba, durante le congregazioni prima del conclave, delineando il profilo del futuro Papa, pare abbia detto: “Pensando al prossimo Papa: un uomo che, attraverso la contemplazione di Gesù Cristo e l’adorazione di Gesù Cristo, aiuti la Chiesa a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali, che la aiuti a essere la madre feconda che vive ‘della dolce e confortante gioia dell’evangelizzare’.” Poche parole per dire a tutta la Chiesa che ha bisogno di rimettersi in cammino, secondo la missione che Cristo le assegnato, per riconquistare le periferie del mondo. L’altra grande novità di questi ultimi giorni è la scelta degli otto cardinali per consigliarlo nel governo della Chiesa e per studiare la riforma della Curia romana. Tre di essi sono americani in rappresentanza del nord, centro e sud America, il continente che raccoglie la maggioranza dei cattolici oggi nel mondo. Due sono europei e gli altri tre sono rispettivamente dell’Africa, dell’Asia e dell’Australia. Nel comunicato della Segreteria di Stato si dice che Papa Francesco ha recepito una proposta fatta durante le congregazioni prima del conclave. La costituzione di questo “consiglio” va decisamente nella direzione di una collegialità, tanto auspicata dal Concilio Vaticano II, ma fino ad oggi non ancora ben concretizzata. Qualche tempo fa, a proposito dell’indizione dell’Anno delle fede da parte di Benedetto XVI, avevo parlato di un nuovo inizio. Papa Francesco  sta operando perché la Chiesa torni ad essere come quella dei primi tempi, cioè missionaria, come l’ha voluta Gesù Cristo, guidata da un nuovo cenacolo apostolico.
don Marco Belladelli

Pubblicato su LA VOCE DI MANTOVA  del 20/04/2013

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