venerdì 18 febbraio 2022

Il Vangelo della salute del 20/02/2022

Carl Bloch, Il discorso delle beatitudini, 1890. 

 VII Domenica del tempo Ordinario “C” 
Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.

Dal Vangelo secondo Luca.  (6,27-38).
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.

Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 
Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.  Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».  Parola del Signore.

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Gesù continua il suo discorso, noto in Luca come il ‘discorso della pianura’, per distinguerlo dal ‘discorso della montagna’ di Matteo (cfr. capp. 5-7). Dopo le ‘beatitudini’ e i ‘guai’, seguono una serie di affermazioni molto forti, quali: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono”, di fronte alle quali è impossibile per chiunque sentirsi a posto. Chi non ha, se non proprio dei nemici, problemi di relazione con qualcuno? Dalle mie parti si dice che “brotolano anche le budella con il corpo”, per giustificare come normali le tensioni e i conflitti personali che insorgono soprattutto con chi ci è più vicino o con chi frequentiamo più assiduamente. Pensate per esempio alle incomprensioni e alle divisioni, che spesso evolvono in vere e proprie rotture, esistenti tra familiari e parenti, tanto che ai nostri giorni la famiglia è diventata il luogo dove più si perpetuano violenze di ogni tipo verso i più deboli, specialmente verso donne, bambini e anziani.

Chi di noi, quando fa del bene agli altri, è capace di tanto disinteresse da non pensare, se non proprio ad un contraccambio, ad un gesto di riconoscenza o almeno ad un ringraziamento? Nonostante queste nostre difficoltà, il discorso di Gesù non ammette deroghe e tanto meno eccezioni di sorta. Anzi dal v.35 in poi c’è pari, pari una riformulazione degli stessi insegnamenti: “Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla”, in un crescendo che alla fine ci propone come termine di paragone Dio stesso: “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro”.

Gesù esige dai suoi discepoli una rigorosità morale nell’orizzonte della misericordia divina. Sappiamo bene che cos’è la misericordia, la attitudine di amare i nemici, cioè di fare del bene a chi ti odia, ti maledice e ti maltratta, come viene detto nella prima parte del brano evangelico di oggi. Per esercitare la virtù della misericordia è necessaria una forza morale eroica. Soltanto Dio è tanto misericordioso da dimostrare “il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.” (Rm 5,8). Allora come possiamo accogliere questa parola di Gesù, senza diventare ipocriti come i farisei? Prima di tutto Gesù esige dai suoi discepoli il rifiuto della logica della vedetta, e cioè del rendere male per male, come ci ricorda S. Matteo (cfr. 5,38ss). Il secondo passo, e cioè imitare Dio stesso nella sua infinita misericordia, esige una trasformazione del cuore umano che comincia con la preghiera, l’ascolto della ‘Parola’ e continua con la grazia dei ‘Sacramenti’. Soltanto con questi aiuti ‘divini’ si diventa giorno per giorno capaci di una vera e disinteressata generosità, fino ad amare anche i nemici, insomma capaci di misericordia a immagine e somiglianza di quella del Padre celeste.

Intanto cominciamo con accogliere questa ‘Parola’ di Gesù dentro di noi come un dono e un bene senza pari. Accoglierla significa fissarla nella mente per poi ruminarla, come dicevano i Padri della Chiesa antica, cioè ripensarla frequentemente, come un ritornello che ci fa compagnia, fino a quando si fisserà nella mente e con la sua potenza trasformerà il nostro cuore per renderlo misericordioso come quello del “Padre nostro”. Allora la grazia della ‘Parola’ illuminerà il nostro cammino per mostrarci tutte quelle situazioni nelle quali, come “figli dell'Altissimo”, avremo la forza di desiderare più di ogni altra cosa l’abbondante ricompensa celeste, cioè la “buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo”, e di rigettare il comportamento dei “peccatori”, cioè di coloro che pensano di poter fare a meno di Dio nella loro vita e irridono questi insegnamenti misericordiosi del Signore Gesù. Buona Domenica!

 don Marco Belladelli.

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