venerdì 28 febbraio 2020

Il Vangelo della salute del 01/03/2020

Jan Swerts (1820 Antwerp -1879 Marienbad), Le tentazioni di Gesù, chiesa di San Giorgio (Joriskerk) Anversa, Belgio.
I Domenica di Quaresima “A” 
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto ed è tentato.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO (4, 1-11)
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Parola del Signore
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Nella Quaresima si sovrappongono tre momenti storici differenti della Chiesa. Da tratto conclusivo del catecumenato dei neofiti dei primi secoli, per coloro che erano già battezzati nel corso del tempo è diventata l’occasione per la penitenza dei peccatori in vista della loro riconciliazione, che avveniva la mattina del Giovedì santo. Quando dal VII secolo in poi ha cominciato a diffondersi la pratica della confessione auricolare, in un contesto di cristianità diffusa si è trasformata nel ‘tempo forte’ per il rinnovamento spirituale di tutti i battezzati. Un’evoluzione che naturalmente ha contribuito ad arricchire i temi del suo patrimonio spirituale, variamente rappresentati nei tre cicli quaresimali che la liturgia ogni anno ci propone, tutti convergenti verso la stessa e fondamentale realtà della fede cristiana, il mistero pasquale di Cristo morto e risorto.
La prima Domenica di Quaresima ci presenta sempre le tentazioni di Gesù nel deserto. Le tre situazioni in cui si articola il racconto di Matteo fanno riferimento all’esperienza vissuta dal popolo d’Israele nel deserto, dopo la liberazione dalla schiavitù egiziana, avendo come orizzonte ultimo la tentazione di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, avvenimento esplicitamente richiamato nella prima e nella seconda lettura.  I due elementi centrali del racconto sono: 1. il diavolo che insidia Gesù a proposito della sua identità e della sua missione: “Se tu sei Figlio di Dio …”, dovresti comportarti come dico io; 2. Gesù che respinge gli attacchi di satana ricorrendo alla Parola di Dio: “Sta scritto …”.
L’obiettivo del demonio è sempre lo stesso: separare l’uomo da Dio, con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo. Per questo cerca di interporsi tra noi e Dio, oppure di negare tutta o in parte la verità delle cose, oppure di rendere equivoca la realtà per vanificare dentro e fuori di noi qualsiasi possibile riferimento a Dio. Prima di tentare noi, ha addirittura ostinatamente messo alla prova Gesù, per distoglierlo dal quel rapporto speciale che lo univa Dio Padre e dalla sua missione. Lo ha fatto in un momento particolare, quando era nel deserto, dopo che Gesù aveva ricevuto lo Spirito Santo al Giordano e si stava preparando al ministero pubblico. Quello non fu né il primo, né l’ultimo tentativo. Pensiamo per esempio al re Erode che cerca di sopprime Gesù ancora bambino, all’ostinazione dei suoi vari oppositori durante il suo ministero pubblico e a tante altre situazioni simili descritte nei vangeli. La tentazione raggiungerà il suo culmine durante la passione.
Gesù da parte sua accetta la sfida, l’affronta e la supera non facendo appello alle sue prerogative divine, ma semplicemente prestando fede a quanto Dio “ha detto” per mezzo dei profeti o in occasione del suo intervento salvifico nella storia del popolo d’Israele. Il semplice ricorso alla Parola di Dio ci fa capire che essa non è un mezzo estrinseco che ci lega a Dio, ma è già partecipazione e comunione con Dio stesso. Ecco perché si rivela così efficace e potente, nella lotta contro il male. Il “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”, significa che la Parola è all’origine della nostra stessa vita e che dobbiamo nutrirci di essa per diventare ciò che Dio ha pensato per noi, come lo è stato per Gesù, che si è fatto “obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” (Fil 2,8).
Come ho già detto (vedi Mercoledì delle ceneri), il cammino penitenziale della Quaresima ha come obiettivo la riscoperta del nostro Battesimo, cioè una maggiore consapevolezza della nostra identità di figli di Dio e delle implicanze che ne derivano. Soltanto un’accoglienza feconda della Parola di Dio ci può condurre a questo traguardo.
L’altro aspetto problematico è la nostra compromissione con il male, sempre presente e attuale, come se sotto quell’albero del paradiso terrestre al posto di Adamo o di Eva,  ci fossimo noi a confrontarci con serpente, che ci insidia allo stesso modo, proponendoci l’assurda illusione di diventare “come Dio, conoscendo il bene e il male”, per ritrovarci invece alla fine in balia di quella contrapposizione tra bene e male, senza soluzione di continuità. Il maligno è già stato sconfitto, ma nella sua sconfitta vuol trascinare con sé tutti coloro che riesce a ingannare con le sue seduzione. Troppo spesso ci dimentichiamo che Gesù ha già vinto questa sfida anche per noi, con un semplice ed umile atto di obbedienza a Dio e alla sua Parola. La penitenza quaresimale ci aiuti a capire che “per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rom 5,19). Per questo, con grande sincerità concludo, augurandovi una santa Quaresima !!!
don Marco Belladelli

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