Festa della Santa Famiglia
di Gesù, Maria e Giuseppe
Gesù è ritrovato dai
genitori nel tempio in mezzo ai maestri.
Dal
Vangelo secondo Luca (2,41-52)
I genitori di Gesù si
recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe
dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i
giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a
Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse
nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra
i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a
Gerusalemme.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai
fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose
loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del
Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre
custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e
grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola
del Signore.
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Il Natale è diventato nel corso del tempo anche
festa della Famiglia più per ragioni culturali e sociali, che non per una
diretto collegamento del mistero dell’incarnazione con questo particolare
aspetto della vita umana. E’ stato Papa Benedetto XV a istituire questa festa
liturgica nel 1921 e ad estenderla a tutta la Chiesa. La santa Famiglia di
Nazareth diventa così il modello delle famiglie cristiane, l’esempio a cui
ispirarsi per affrontare la crescente complessità del vivere in famiglia, difficoltà
trasformatesi oggi in una vera e propria crisi.
Nonostante tutte le problematiche sociali, culturali e di costume ad
essa connesse, la Chiesa continua a considerare la famiglia il luogo
privilegiato per l’incontro con il Signore Gesù, il Dio fatto uomo, e per
l’educazione alla fede delle giovani generazioni. Il benessere e la stabilità della
famiglia contribuiscono pure ad un armonico ed equilibrato sviluppo della
società umana in genere.
La Santa Famiglia di Nazareth si presenta a noi in tutta la sua unicità e particolarità per la presenza di Gesù. Maria e Giuseppe, nel gravoso compito, del tutto unico, di custodirlo e di educarlo devono continuamente fare i conti con il dovere della loro personale fedeltà a Dio e al progetto divino per il quale sono stati scelti, cioè l’incarnazione del Figlio di Dio e la sua progressiva manifestazione al mondo. In questa non facile missione sono aiutati dal rispetto delle leggi antiche e dalla reciproca lealtà. Ogni giorno si sostengono reciprocamente nella comune e piena disponibilità alla volontà divina, secondo quello che Maria disse all’Arcangelo Gabriele in occasione dell’annunciazione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Anche se apparentemente l’episodio evangelico proposto oggi dalla liturgia sembra dire il contrario per il gesto di disobbedienza di Gesù, che senza avvertire i propri genitori si è fermato a Gerusalemme, dove lo ritrovano dopo tre giorni di ricerche mentre interroga i dottori del Tempio, nella risposta di Gesù ai genitori angosciati per la sua scomparsa: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?” abbiamo la conferma che essi hanno adempiuto nel migliore dei modi la missione che Dio aveva loro affidato. Gesù adolescente è già pronto ad essere obbediente a Dio fino alla morte, e alla morte di croce (cfr. Fil 2,8). Impariamo anche noi a mettere Dio al centro delle nostre relazioni familiari. La preghiera comune e l’ascolto della ‘Parola’ ravvivano la fede, la speranza e la carità di tutti membri della famiglia, generano la forza necessaria a superare tutte le difficoltà e a vivere nella pace di Dio. Torniamo a pregare insieme in famiglia e a pregare gli uni per gli altri. Senza aver la presunzione di offrire ricette che risolvono tutti i problemi, la preghiera comune in famiglia e la reciproca fedeltà dei coniugi sono i punti fermi per prevenire crisi di copia e conflitti familiari che poi evolvono in rotture irreparabili. Ancora buon Natale e buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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