mercoledì 12 settembre 2018

Il Vangelo della salute del 16/09/2018



XXIV Domenica del Tempo Ordinario, “B”
Tu sei il Cristo – Il Figlio dell'uomo deve molto soffrire
Dal Vangelo secondo Marco (8, 27-35). In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti». Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
E cominciò a insegnar  loro che il Figlio dell'uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà». Parola del Signore. 

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Quello di Gesù non è un sondaggio demoscopico, perché almeno lui non ha il problema del consenso. Si è sempre comportato con la massima libertà di fronte a tutti e a tutto, senza mai lasciarsi influenzare da chicchessia o cedere a pressioni e facili compromessi.
Sia dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, come nell’episodio di domenica scorsa, quando ha guarito il sordomuto e in tante altre occasioni, abbiamo sempre visto Gesù evitare  forme di esibizionismo e sensazionalismi fuori luogo, come se il plauso entusiasta della folla lo infastidisse.
Egli vuole semplicemente verificare la fede degli apostoli. Infatti dalla domanda su quel che pensa la gente, passa immediatamente al più diretto: “E voi chi dite che io sia?”.
Dopo l’esperienza dell’incredulità degli abitanti di Nazareth, Gesù ha dedicato una particolare attenzione alla formazione di coloro che egli aveva chiamato “perché stessero con lui e per mandarli a predicare” (Mc 3,14) nel suo nome. Con questa domanda diretta, in questo particolare momento del suo ministero, vuole capire se sono pronti ad accogliere la piena rivelazione del mistero della sua persona, nel quale sono comprese la sua passione, morte e risurrezione. E la risposta di Pietro: “Tu sei il Cristo” è molto di più di quanto egli si aspettasse.
E’ la seconda volta che Marco usa questo titolo, “Cristo”, per Gesù. Lo abbiamo trovato all’inizio del Vangelo, accanto al nome proprio Gesù, per la presentazione del protagonista del suo scritto. Cristo è un termine greco che significa unto, nel senso di consacrato, e traduce l’ebraico “Messia”, cioè l’Inviato da Dio, l’Atteso dal Popolo, il Consacrato dallo Spirito Santo. La risposta di Pietro non è quindi un estemporaneo “secondo me” che lascia il tempo che trova. Usando quel titolo riconosce Gesù come il Messia atteso, professa la sua fede in lui come ‘Figlio di Dio’ (Mc 1,1) e manifesta la sua piena e totale adesione alla sua persona. Pietro poi parla a nome di tutti gli Apostoli.
Marco non aggiunge nessun commento, se non il severo monito di Gesù, valido per tutti i presenti, e cioè “di non parlare di lui”, del mistero della sua persona a chiunque, se non dopo la sua risurrezione. Davanti a Gesù ciascuno dovrà fare personalmente la propria scelta, o credere e aderire a lui, oppure rifiutarlo. Una terza possibilità non è data.   
Che si tratti di un passaggio importante, non soltanto per il racconto di Marco, ma per l’intera economia della salvezza, lo comprendiamo dal fatto che Gesù proprio da qui in poi comincia a parlare “apertamente” della sua prossima passione, morte e risurrezione. Soltanto una fede forte e inclusiva di tutto il mistero della persona di Gesù, come quella professata da Pietro, potrà accettare un evento di tale portata. Sorprende infatti che proprio colui che ha appena riconosciuto in Gesù l’inviato da Dio sia lo stesso che, senza rendersi conto del valore del suo gesto, pieno di prevaricazione e presunzione, prenda Gesù in disparte, rimproverandolo addirittura per il primo annuncio della sua passione.
La reazione di Gesù è altrettanto ferma. Non solo rimprovera Pietro, ma addirittura lo allontana, come se si trattasse di un demonio tentatore.  E rivolgendosi a tutta la folla, dice che l’esperienza della croce del rinnegare se stessi e del perdere la propria vita sarà altrettanto fondamentale ed ineludibile anche per coloro che  vogliono seguirlo.
A questo punto è chiaro che quel “E voi …” è inequivocabilmente rivolto a tutti coloro che oggi, allo stesso modo di Pietro e degli Apostoli, si sono messi al seguito Gesù. Il solo fatto di aver ascoltato questa Parola vuol dire che la domanda è rivolta a noi. Possiamo anche rimandare nel tempo, ma questo non renderà più facile la risposta, il rinnegare noi stessi e più leggera la nostra croce. Buona Domenica!
 don Marco Belladelli.

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