Apparizione a Marija Pavlovic, Medjugorie 01/09/2012. |
XXVI
Domenica del Tempo Ordinario, “A”.
Pentitosi, andò.
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Parola del Signore.
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Gesù
è arrivato a Gerusalemme e predica nel
tempio, dove lo scontro con il giudaismo raggiunge il suo apice nella decisione
di uccidere Gesù con la complicità di Giuda.
La
parabola dei due figli è uno dei tanti passaggi di questa polemica. Gesù si
rivolge direttamente ai “capi dei
sacerdoti e gli anziani del popolo” che lo ascoltano con sospetto e
irritazione. Il suo scopo è quello di esplicitare le ragioni del conflitto.
Il
racconto in sé, è molto semplice. Ovvia è anche la risposta al quesito posto da
Gesù.
Del
tutto imprevedibile invece è l’applicazione provocatoria che ne fa Gesù. Accusa
apertamente i capi del popolo di essersi comportati come il secondo figlio,
cioè, chiusi nella loro formale
correttezza religiosa, di non essersi convertiti e di non aver creduto e
accolto il regno dei cieli. I pubblicani e le prostitute invece hanno fatto
come il primo figlio, quando hanno creduto al Battista pentendosi dei loro
peccati ed ora hanno anche accolto l’annuncio del regno di Dio.
Nel
discorso della montagna Gesù dice la stessa cosa con altre parole: “Non chiunque mi dice:
"Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). Per dirla con il
linguaggio di oggi, Dio non ama gli yes man,
che ruffianano il capo per fare poi quello che conviene loro.
La
persecuzione della Sinagoga contro la prima Chiesa, attestata dagli scritti del
Nuovo Testamento, è un fatto ormai superato. Non lo è invece l’oggetto della
contesa, cioè l’accusa rivolta ai “capi
dei sacerdoti e gli anziani del popolo” di non essersi convertiti e di non
aver creduto al Vangelo.
Oggi
siamo noi, Chiesa del terzo millennio, a doverci confrontare con questo duro
monito di Gesù. Siamo noi concretamente a correre il rischio di cadere nello
stesso errore dei Giudei di duemila anni fa. Proviamo allora a chiederci: chi
sono i pubblicani e le prostitute di oggi che ci passano avanti, perché pronti
ad accogliere il regno dei cieli e a fare propria la sua logica? Chi sono
quelli che oggi alla predicazione del Battista di turno si convertono? Chi sono
invece quelli che formalmente dicono di credere a Gesù, mentre la loro vita è una
continua contraddizione del Vangelo, fino a diffidare della sua Parola, della
sua Persona, del suo Mistero, se diventa un ostacolo ai loro interessi?
Per
farmi capire meglio faccio un esempio. Da oltre trentatre anni Medjugorie è
luogo di conversione di molte persone che potremmo considerare i pubblicani e le
prostitute dei nostri giorni. Forse qualcuno lo conosciamo anche noi, o comunque
ne abbiamo sentito parlare. Eppure ci sono ancora tanti cristiani, tra cui
anche molti preti e Vescovi che continuano a denigrare quella realtà (la Madonna
chiacchierona!) e a scoraggiare chi desidera andare e fare personalmente
l’esperienza dell’incontro con Maria, la madre di Dio, presente in mezzo a noi.
Ho sentito addirittura un Vescovo dire: “Quelli
che vanno a Medjugorie sono tutti matti!”. Si riferiva al fatto che molti
di coloro che tornano da Medjugorie convertiti, devono poi fare i conti con la
loro vita da pubblicani e/o prostitute, cioè devono ovviamente
intraprendere un cammino di purificazione. Invece di ringraziare il Signore per
aver toccato loro il cuore e mettersi a disposizione di queste persone che
hanno bisogno di una guida e di un orientamento, meglio liquidare la questione
pilatescamente con un: “Sono tutti matti!”.
La
condanna di Gesù per i capi del popolo è pienamente attuale per chiunque oggi rinneghi
volontariamente l’opera di Dio e si rifiuti di mettersi al suo servizio: “Voi, al contrario, avete visto queste cose,
ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.
Buona Domenica!
don Marco Belladelli.
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