venerdì 10 gennaio 2014

Il Vangelo della salute del 12/01/2014

Giudo Reni, Battesimo di Cristo 1623; Città del Vaticano.
Festa del Battesimo di Gesù.
Appena battezzato, Gesù vide lo Spirito di Dio venire su di lui.
Dal Vangelo  secondo Matteo  (3, 13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal
cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».  Parola del Signore. 

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Con la festa del Battesimo di Gesù si conclude il ciclo delle celebrazioni natalizie. Come ho detto nel Vangelo della salute del 6 Gennaio scorso, questo evento fa parte della celebrazione dell’Epifania.
Per tutti e quattro gli evangelisti il Battesimo di Gesù al Giordano per mano del Battista rappresenta uno dei momenti fondamentali della sua vita. Dopo il concepimento verginale nel seno di Maria, Gesù riceve di nuovo l’effusione dello Spirito Santo. Questa volta non per una nuova vita, ma come investitura messianica. E’ il momento della piena consapevolezza riguardo alla sua identità e alla missione da compiere. E’ lui il Messia, l’Inviato, il Consacrato, l’Unto di Dio. Tutti titoli che traducono il greco “Cristo”, apposizione abitualmente associata al nome Gesù per indicarne l’origine e la missione divine. Nessuno però poteva immaginare che Dio si sarebbe reso presente tra gli uomini nella persona stessa del Figlio: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.
Il mettersi in fila di Gesù con tutti i peccatori che vanno dal Battista per fare penitenza e cambiare vita rappresenta prima di tutto un gesto di solidarietà. Come dice San Paolo: “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.” (2Cor 5,21). Non si tratta di un gesto dal valore penitenziale come per gli altri uomini. Per Gesù il Battesimo è l’anticipazione della sua morte e risurrezione per mezzo delle quali libererà il mondo dal peccato.
Subito dopo il Battesimo Gesù “vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui”. Lo Spirito Santo di cui oggi viene riempito gli è necessario per compiere la sua missione. Soltanto dopo il Battesimo infatti inizia la predicazione del Vangelo e l’inaugurazione del Regno di Dio con il perdono dei peccati, i vari segni di guarigione e di salvezza dell’uomo che l’accompagnano. Nel momento della morte in croce al Calvario egli effonderà il dono dello Spirito sul mondo: “Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.” (Gv 19,30); e nel giorno di Pasqua particolarmente sugli Apostoli riuniti nel Cenacolo: “Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati".” (Gv 20,22-23), perché quest’opera di misericordia e di salvezza continui per tutti gli uomini in ogni luogo, fino alla fine del mondo.
La presenza e l’azione dello Spirito Santo prima in Gesù e poi nella Chiesa, evidenzia la natura carismatica dell’esperienza cristiana. Sottolineo questo aspetto soprattutto per coloro che, irretiti dal razionalismo moderno, sono restii ad accettare questa dimensione soprannaturale del cristianesimo nella loro vita. Non si diventa cristiani per familiarità, né per tradizione. Come abbiamo ascoltato durante le celebrazioni natalizie nel Prologo del vangelo di Giovanni, più volte proclamato, si diventa figli di Dio soltanto accogliendo il Verbo di Dio fatto carne per mezzo dello Spirito Santo: “A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.” (Gv 1,12-13). Per chi si definisce cristianoEssere generati da Dio” significa che a livello esistenziale non ci si può limitare ad accogliere la cosiddetta “cultura cristiana” con tutti gli alti valori morali di cui è portatrice, ma è necessario lasciarsi trasformare dalla grazia di Dio, cioè dallo Spirito Santo che opera in noi allo stesso modo di come ha operato in Gesù di Nazareth.
Un ricordo personale. La pala d’altare della piccola cappella di Villa Risi, dove da bambino partecipavo alla S. Messa festiva, rappresentava il Battesimo di Gesù al Giordano. L’assidua frequentazione  fece nascere  una particolare familiarità con questo evento evangelico, come se si trattasse di qualcosa di straordinariamente presente ed attuale. Nel senso che lo Spirito Santo deve diventare il protagonista della nostra vita cristiana come lo è stato per Gesù. E’ lui che ci purifica dal peccato. Per opera sua aderiamo a Gesù. Ed è sempre Lui che giorno per giorno ci convince e ci conferma interiormente sulla bontà di ciò che crediamo e viviamo, fino a renderci capaci del massimo gesto di amore compiuto da Gesù: dare la vita come Lui.
Buona festa del Battesimo a tutti !!!
don Marco Belladelli.

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